Sono la mamma di un monello. Vedo già le mamme montessoriane che agitano il dito dicendo che non si devono bollare i bambini con etichette e stereotipi, che i monelli non esistono, esistono solo bambini particolarmente vivaci e con esigenze specifiche. Ma voi, mamme di irreprensibili rompipalle, sapete di cosa sto parlando (ops, l’ho fatto di nuovo).
Non c’è momento di pace, non c’è angolo di solitudine, non c’è silenzio senza danno. La giornata inizia (presto) con un boost di energia, urla, corse, salti e idee suicide che in confronto essere svegliata dal sergente maggiore Hartman mi sembrerebbe un massaggio in spa.
Prosegue tra capricci perché vuole la banana ma non vuole la banana sbucciata, vuole l’acqua ma non in quel bicchiere e poi fughe forsennate perché non vuole lavarsi i denti, mettersi le mutande, fare l’aerosol, mangiare, dormire, andare a scuola, insomma tutto il necessario per vivere, quindi passo la giornata a fare la corsa ad ostacoli tra lego, dolorosissimi giochi in legno e macchinine.
Il pediatra la definì ipercinesi, un modo carino per dire che mio figlio non sta fermo e nemmeno zitto un secondo. Nulla di patologico ovviamente, almeno riferendosi a lui, io invece superati i 3 anni comincio ad avere delle avvisaglie di instabilità 😉
Ora, di recente ho avuto modo di frequentare delle simili, mamme di altri monelli (ah si non esistono), mamme di bambini ipercinetici con esigenze specifiche e necessità di ricevere attenzioni costanti.
Bene, da veterana mi sento di dire una cosa: sono meno peggio di come li vediamo noi mamme.
Spesso le mie simili si lamentano perché sono rumorosi, capricciosi, incontenibili: “hai sentito che chiasso ha fatto ieri in pizzeria”, “hai notato com’è agitato quando andiamo al parco”, “hai visto che scenata ha fatto al compleanno di x”.
Ebbene la risposta è no. Non ho visto, non ho notato e non ho sentito, forse come molti altri in quell’occasione.
E’ vero la mia esperienza nel campo mi ha reso “normali” alcuni comportamenti eccessivi, ma la realtà è che quando nostro figlio piange, fa i capricci, è troppo vivace o si comporta male nella nostra mente tutto è esasperato, ingigantito, sovrastimato, perché ci sentiamo responsabili.
Ci sentiamo chiamate in causa, ci sentiamo in colpa per quello che sta accadendo davanti ai nostri occhi, perché immaginiamo che ci è intorno pensi che quel bambino si comporta così perché è stato educato male.
La realtà dei fatti è che molto spesso “gli altri” nemmeno se ne accorgono o comunque non danno lo stesso peso ai comportamenti sopra le righe dei nostri figli perché li vedono semplicemente come quello che sono: bambini.
Gli “altri” non sentendosi responsabili non enfatizzano la loro incontenibilità, non percepiscono come insopportabili i loro atteggiamenti impulsivi e le parole fuori luogo.
Non sentitevi in colpa, i monelli esistono, esistono bambini difficili da gestire perché sono vulcanici in tutto quello che fanno (anche i capricci), ma non dipende da voi. Lo sarebbero anche con una mamma montessoriana.
E poi lo sapete, per quanto siano dispettosi, incontenibili, rompiscatole, irruenti e a tratti iracondi, sanno essere fottutamente simpatici e adorabili. Li fanno così per garantire la sopravvivenza della specie, ovvio, altrimenti l’abbandono di minore sarebbe troppo frequente!
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