Care mamme,
cosa fate con le mani in mano? Non vedete che i vostri figli si stanno annoiando? Presto, è ora di correre ai ripari!
Digitate sul web “lavoretti creativi” e trasformatevi all’istante nella miglior versione materna di Giovanni Muciaccia.
Perché è così che funziona, no?
Una buona madre ha sempre a disposizione colori a matita ben temperati, pennarelli che scrivono, forbici dalla punta arrotondata, fogli bianchi a volontà e soprattutto nasce con il dono della manualità.
Ansia da prestazione materna.
Il mondo delle “mamme da tutorial”, quelle che inventano e condividono sui social sette lavoretti a settimana, è tutto molto bello, ordinato e instagrammabile; ma quante di noi con un pennarello in mano al massimo sono in grado di disegnare un cagnolino stilizzato, per poi sentirsi chiedere dal figlio: “Cos’è mamma, un gattino?“.
Quante se guardano tra i colori dei figli ci trovano dentro anche qualche forchetta del pranzo di Natale? Quante nonostante la lotta continua affinché ogni pennarello abbia il proprio tappo si ritrovano con colori secchi che nemmeno sotto al sole dell’equatore farebbero quella misera fine? Quante sono consapevoli che tra qualche anno il figlio colorerà meglio di loro?
Sì, care mamme, esistiamo anche noi! E, qualora servisse, sono pronta a candidarmi a regina delle “mamme disastro” e a combattere il senso di inadeguatezza da cui potremmo essere travolte.
La vita di una mamma per molti versi assomiglia a un test continuo, se ci aggiungiamo anche quest’ansia da prestazione rischiamo davvero di non uscirne vive.
Via libera alla fantasia!
Ciò non significa che una “mamma disastro” non s’incanti a seguire i profili social delle “mamme da tutorial” e che non ne alimenti il seguito, riempiendole di like e cuoricini, anzi spesso ci imponiamo addirittura di imitarle, ma i risultati sono quel che sono. Grasse risate con i nostri figli e lavoretti da “piccoli brividi”.
Esistono mamme a cui viene più spontaneo mettere un po’ di musica e far ballare i propri figli, c’è chi li fa cantare, chi magari smonta il salone e armata di coperte e cuscini costruisce casette e rifugi fatiscenti, o chi esce per una semplice passeggiata. E, udite udite, ci sono perfino esemplari di “mamme diaboliche” che lasciano annoiare i propri figli.
E vi dirò di più, lo fanno di proposito. Tra queste ci sono anche io, di solito funziona così: lo vedo che comincia a gironzolare per casa con passo annoiato, mi si avvicina chiedendomi di giocare insieme, a quel punto gli spiego che sto svolgendo un’altra attività importante, ma che nel frattempo lui può giocare a ciò che più gli va.
Ovviamente di primo acchito sbuffa e mi si attacca alla gamba, ma pochi minuti dopo, rassegnato, prende in mano qualcuno dei suoi personaggi o un semplice mestolo da cucina e comincia a dar loro vita e io, quatta quatta, me lo osservo con gli occhi dell’amore. Fiera, disastrosa e diabolica.
La magia dello stare insieme: relax and take it easy.
La parola fantasia deriva dal verbo greco “mostrare”, ossia dalla facoltà della mente umana di mostrare e di creare immagini. E ogni tanto ho la netta sensazione che la noia possa essere una gentile ancella della nostra fantasia.
Smettiamola dunque di puntarci da sole il dito contro e di sentirci inadeguate perché non facciamo colorare, disegnare o ritagliare abbastanza i nostri figli. Ogni mamma hai il suo dono e non tutti i doni possono essere esposti sul frigo di casa. Stare con i nostri figli può anche solo voler dire “stare davvero in quel momento”, rilassarsi e goderselo senza istruzioni.
Una Bionda e Una Penna, una “mamma disastro” ?
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