Condividiamo con voi la lettera di una mamma da poco ricevuta in redazione, che riflette sul fatto che sempre più donne siano costrette a scegliere tra lavoro e figlie che forse la soluzione sta in un orario di lavoro ridotto, ma ottimizzato, per permettere alle donne di non dover scendere a compromessi.
“Non molto tempo fa i dati Istat hanno ribadito che sempre più mamme italiane sono costrette a lasciare il lavoro oppure a ridurre il proprio orario per accudire i figli. Non è un caso quindi che la presunta proposta della premier Finlandese di offrire ai la settimana corta per i dipendenti a parità di stipendio, abbia fatto il giro del mondo e sia stata apprezzatissima tra le mamme.
In Giappone la Microsoft ha sperimentato la settimana lavorativa di 4 giorni e la produttività è salita al 39,9%, le assenze sono diminuite del 25%, il consumo di elettricità in ufficio è sceso del 23,1% e i dipendenti si dicono più sereni.
Questa cosa mi ha fatto pensare che forse stiamo sbagliando le nostre battaglie.
Non so come faccia la maggior parte di voi, ma coniugare un lavoro full time (magari con tanto di viaggio per raggiungere la sede e straordinari) con casa, figli e famiglia è un’impresa quasi impossibile.
Diciamo la verità!
A meno che non ci sia un entourage di nonni o parenti in pensione con la possibilità di darvi una mano H24…
Spesso sento madri lamentarsi del welfare: pochi asili nido, troppo care le strutture private, poco aiuto alle madri che lavorano. Certo, questo aspetto è evidente, ma in realtà anche se ci fosse una struttura a costo zero che tenesse mio figlio dalle 7 del mattino alle 19 di sera, non mi sembrerebbe comunque adeguato delegare completamente la sua crescita e la sua educazione ad altri, partecipandovi solo 2 ore di sfuggita la sera per dargli la cena e metterlo a letto. Come potrebbe essere un tempo di qualità quello che gli dedico? Che tipo di contenuti potrei trasmettergli alle 20.30 quando sono stravolta e devo ancora fare la lavatrice e la doccia?
Mi rendo conto che in alcuni casi sia una necessità, il dover lasciare i bambini ad educatori (asili, baby parking o baby sitter) per tutto il giorno e lungi dal voler giudicare questa eventualità. Ma vorrei ragionare sul fatto che forse oltre agli asili gratis le mamme avrebbero bisogno anche di più tempo libero.
So che questo va in controtendenza con le idee femministe di parità e della donna che può benissimo conciliare lavoro e maternità… ma se vogliamo essere sincere, quando arriva un bambino uno dei due aspetti dovrà inevitabilmente cedere qualcosa all’altro. Ognuna di noi, per necessità o per priorità, poi decide quale…
NO, NON SIAMO UGUALI AGLI UOMINI, in alcuni periodi della nostra vita non possiamo offrire la stessa loro disponibilità ad un datore di lavoro. Forse se ne prendessimo coscienza e smettessimo di lottare per far credere a tutti che la maternità non cambia le carte in tavola nella vita lavorativa di una donna, potremmo ottenere ciò che spetta a noi e ai nostri figli: più tempo da trascorrere insieme.
La nostra battaglia non dovrebbe essere quella di avere strutture gratis dove stipare bambini per intere giornate, ma la possibilità e il tempo per fare le mamme. Questo ci permetterebbe davvero di non dover scegliere tra lavoro e figli e di non dover crescere figli a loro insaputa. Voi cosa ne pensate?”
Il video della settimana