Riuscire a conciliare il lavoro con la famiglia è sempre più difficile ed è proprio per questo motivo che le recenti statistiche hanno evidenziato una situazione molto preoccupante per le mamme lavoratrici.
Una donna su 5, infatti, è costretta a lasciare la sua professione dopo aver avuto un bambino e il numero sale addirittura a 1 su 2 quando nasce anche il secondo figlio.
Restare a casa dopo la maternità: scelta consapevole o scelta obbligata?
Nella maggior parte dei casi, però, non si tratta di una scelta volontaria fatta dalla madre, ma da una scelta obbligata della società in cui viviamo: la mancanza di asili nido e scuole materne e la possibilità di avere orari di lavoro flessibili che consentano di gestire la famiglia sono solo due delle grandi problematiche che devono essere affrontate. Anche quando, poi, i servizi ci sono, si rivelano in realtà insufficienti a coprire tutte le richieste.
A questo, poi, si aggiunge il fatto che per molti datori di lavoro una dipendente donna e madre è considerata come un peso più che un’opportunità.
Le ultime ricerche sulla condizione delle mamme lavoratrici
Le ultime ricerche condotte sulla condizione delle mamme lavoratrici (Rapporto Plus 2022 Inapp) hanno evidenziato e sottolineato una grossa problematica della nostra società: sono ancora troppe le madri costrette a scegliere tra lavoro e famiglia.
I dati, infatti, sono preoccupanti: circa una donna su cinque si trova costretta a lasciare il lavoro dopo la nascita del primo bambino con una percentuale che sale addirittura al 50% quando i figli sono due.
I valori sono più preoccupanti al Sud rispetto al Nord: solo il 29% delle mamme meridionali torna al lavoro dopo il primo figlio, in contrasto con il 51% delle mamme al Nord. Questa situazione è anche strettamente legata al livello di scolarizzazione delle donne. Chi ha una laurea, infatti, è più propensa a ricominciare a lavorare rispetto a chi ha soltanto un diploma o addirittura ha completato soltanto la scuola dell’obbligo. In molti casi, però, le mamme si trovano costrette a modificare il loro contratto richiedendo una riduzione dell’orario lavorativo.
Molto probabilmente anche questo è uno dei motivi per cui la natalità in Italia è tra le più basse in Europa e i dati sulle nascite sono in continua diminuzione.
Perché così tante donne devono scegliere tra lavoro e famiglia
Molti sono i motivi che possono spingere una donna a fare una scelta tra la ripresa del lavoro dopo il periodo di congedo per maternità obbligatoria e la decisione di dedicarsi esclusivamente alla famiglia e ai figli.
In generale, comunque, la causa è la carenza di servizi per l’infanzia validi ed efficienti. In molte città scarseggiano i posti in asili nido e scuole dell’infanzia pubbliche o comunali. Infatti anche nei centri più grandi, anche quando ci sono i servizi, questi non riescono a coprire il numero delle richieste fatte dalle famiglie.
Ecco perché ci si deve troppo spesso rivolgere a delle strutture private con costi che non tutti sono in grado di sostenere.
Anche i congedi parentali e le ore di permesso per assistere il figlio minore sono talvolta insufficienti e molte volte vengono fatte ‘pesare’ dal datore di lavoro che considera una dipendente-madre come un problema per la sua impresa, invece che come un’opportunità.
Un’ulteriore punto potrebbe essere la poca incisività dei bonus sociali (come ad esempio l’assegno unico), che siano realmente validi ed efficaci per affrontare le numerose ed ingenti spese connesse con la nascita e la crescita di un bambino soprattutto nell’età prescolare.
Quello che ancor più è sconcertante è che questa situazione di disagio non fa altro che aumentare ancora di più il divario lavorativo tra uomini e donne in termini di opportunità di carriera, sviluppo e possibilità di salario.
Il ruolo dei nonni nella nostra società
Il problema della mancanza di servizi validi per l’infanzia ha generato un altro importante fenomeno all’interno della nostra società contemporanea: quello del cambiamento del ruolo dei nonni.
Sempre più spesso, infatti, le famiglie devono rivolgersi ai nonni per un supporto nella cura dei figli piccoli in modo tale da poter rientrare al lavoro. Molte sono anche le famiglie costrette a ricevere da loro un aiuto economico proprio per la quasi totale inesistenza di bonus sociali validi e concreti.
Tuttavia, visto anche l’attuale trend di invecchiamento della popolazione, sono sempre meno i nonni in grado di prendersi cura dei nipoti.
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