La fase del parto e del post-parto rappresentano momenti molto delicati per la donna, la quale vorrebbe sentirsi protetta e assistita. Nei fatti questo non sempre succede e anzi sono sempre più numerosi i casi cui la neomamma subisce vere e proprie violenze, fisiche e psicologiche, proprio da coloro che più di tutti dovrebbero starle vicino in un momento così delicato.
La Doxa, per conto dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia, ha condotto un’indagine sulla situazione vissuta dalle mamme italiane poco prima e durante il parto, secondo la quale il 21% delle donne ha dichiarato di essere state vittime di violenza ostetrica.
Che cos’è la violenza ostetrica
La violenza ostetrica può manifestarsi sotto diverse forme: dalle vessazioni psicologiche (umiliazione, abbandono, ecc.) alle manovre ostetriche imposte e spesso non necessarie (si pensi, ad esempio, alle manipolazioni pericolose al collo dell’utero), che possono rappresentare per la partoriente un vero e proprio trauma assai difficile da superare.
Molte donne, ad esempio, raccontano di essere state maltrattate e invitate in malo modo a impegnarsi di più, di essere state vittime di episiotomie inopportune ed effettuate senza criterio o, addirittura, di essere state ricucite senza anestesia.
Non solo: la violenza ostetrica può continuare anche nell’immediato post-parto, quando la neomamma. stremata dal travaglio, viene costretta ad essere subito “competente e performante”, venendo di fatto lasciata sola ad accudire il neonato senza il necessario supporto sia fisico sia emotivo, proprio com’è tristemente avvenuto nella tragedia che ha visto la morte a Roma di un neonato di appena 3 giorni, soffocato dalla madre che si era addormentata, stremata, allattandolo.
Violenza ostetrica in Italia: un fenomeno che colpisce una mamma su 5
Queste violenze fisiche o psicologiche generano traumi nelle donne, tanto da spingerle a non voler affrontare un secondo travaglio. Il fenomeno, ancora poco conosciuto, è stato messo in evidenza in seguito alla ricerca condotta dalla Doxa a Roma, assieme al supporto delle onlus CiaoLapo e La Goccia Magica.
La ricerca “Le Donne e il Parto”, condotta nel 2017, ha preso in esame 5 milioni di donne, tra i 18 ed i 54 anni, con un figlio di età compresa tra gli 0 ed i 14 anni. Il dossier rivela retroscena preoccupanti ed allarmanti: il 21% delle donne (1 neomamma su su 5) ha ammesso di essere stata maltrattata, anche verbalmente, durante il parto, mentre ben il 41% (4 donne su 10) ha dichiarato di aver subìto pratiche lesive della propria dignità.
Lo studio ha coinvolto 5 milioni di mamme con età compresa fra 18 e 54 anni e con almeno un figlio da 0 a 14 anni. Le intervistate hanno raccontato le loro esperienze durante tutta la fase ospedaliera e i rapporti avuti con il personale medico.
Violenza ostetrica: le storie delle madri vittime
Dalla lettura dei dati, così come pubblicati al Palazzo delle Esposizioni di Roma, emerge che 4 donne su 10 hanno subito lesioni psicofisiche.
Sono diverse le prepotenze ed i maltrattamenti che le donne hanno subito durante il parto, ma l’episiotomia sembra essere una delle pratiche più traumatiche: oltre la metà delle mamme intervistate (il 54%) dichiara infatti di aver subito la pratica, al fine di agevolare il parto e che l’Organizzazione mondiale della Sanità definisce invasiva e ammissibile solo in casi rari.
Anche il parto cesareo sembra essere ancora largamente diffuso, coinvolgendo il 32% delle partorienti, percentuale ben lontana da quanto indicato dall’Oms, che consiglia di non superare il 10%.
Tra le altre pratiche considerate lesive e non necessarie sono state indicate l’uso di ventosa e forcipe, l’induzione forzata del travaglio, le visite vaginale troppo invasive, la posizione obbligata durante il parto e anche la separazione del bambino subito dopo la nascita o al contrario la mancanza di aiuto ad accudirlo quando richiesto dalla mamma.
La solitudine sembra infatti uno dei principali problemi sentito dalle neomamme: il 27% delle donne intervistate ha dichiarato di essersi sentita abbandonata da medici, ostetriche e infermiere, e la stessa percentuale ha ammesso di non aver ricevuto da loro le necessarie informazioni e il supporto per l’avvio dell’allattamento.
Inoltre, il 6% delle mamme ha dichiarato di essere stata insultata e maltrattata durante il momento del parto e che per colpa di un parto traumatico, hanno rinunciato ad avere un secondo figlio.
Parto sereno: le indicazioni dell’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha stilato un documento intitolato: “Tecnologia appropriata per la nascita” che contiene le raccomandazioni che dovrebbero tenere a mente le figure ospedaliere che hanno a che fare con la partoriente.
L’OMS ha inoltre indicato le pratiche di parto che andrebbero assolutamente evitate in caso di un parto fisiologico, (quando ci non ci sono particolari problematiche mediche che prevedono interventi particolari). Si tratta infatti di pratiche che possono creare disagio o fastidio alla mamma (e quindi anche al bambino) o che, in alcuni casi, possono addirittura diventare pericolose:
- clistere e depilazione del pube prima del parto
- episiotomia
- rottura delle membrane;
- posizione obbligata da mantenere per tutto il travaglio o il parto (ad esempio, quella supina sul lettino);
- manovra di Kristeller (una vigorosa manovra sull’addome della partoriente utilizzata per “spingere fuori” il bambino)
- impedire alla futura mamma di assumere cibo o bevande durante travaglio e parto;
- taglio precoce del cordone ombelicale;
- separazione del neonato dalla mamma dopo la nascita
#Bastatacere: contro la violenza ostetrica e verso un parto sereno
Molte delle donne abusate in sala parto hanno raccontato la propria esperienza in occasione della campagna #bastatacere, che ha squarciato il velo sulle innumerevoli violenze che hanno avuto luogo nelle sale parto dei nostri nosocomi.
Alessandra Battisti, cofondatrice dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia, ha invocato una maggiore collaborazione da parte dei medici, invitandoli ad avere un atteggiamento più etico ma anche più umano.
Allo stesso tempo la Battisti chiede che le mamme vengano maggiormente coinvolte nelle decisioni che le riguardano personalmente, per evitare una gravidanza traumatica.
Sul fenomeno della violenza ostetrica sono intervenuti anche i medici e gli ostetrici, i quali hanno ribadito la necessità di intensificare il dialogo con le pazienti e di evitare inutili allarmismi. Il fenomeno della violenza ostetrica continua comunque a preoccupare.
La tragedia del del neonato morto a Roma ha tristemente riacceso i riflettori sul problema dell’inadeguatezza del sistema sanitario rivolto alle partorienti. Il problema riconduce a quello de che dei tagli alle risorse che sono destinati agli ospedali, dove il personale ostetrico è spesso costretto ad affrontare turni lavorativi estenuanti e molti parti durante la settimana.
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