Lo sviluppo e la salute di un bambino passano per la sua alimentazione. Una ricerca condotta dall’istituto di ricerca farmacologica Mario Negri dimostra che la televisione non fornisce in questo caso dei buoni esempi da seguire, anzi: l’80% degli spot pubblicitari di prodotti alimentari durante i programmi per bambini risulta essere inadeguato a promuovere una corretta e sana alimentazione.
La televisione cattiva maestra, almeno a tavola
La televisione italiana non rispetta gli standard nutrizionali europei nella pubblicità alimentare. Il risultato di una ricerca pubblicata sul Public Health Nutrition Journal dell’università di Cambridge non lascia spazio a dubbi: l’80% degli spot non rispetta le linee guida European Nutrient Profile Model (WHO-ENPM), l’istituto indipendente promosso dalla Organizzazione Mondiale della Sanità per una corretta informazione sull’alimentazione. Persino secondo i criteri del EU Pledge Nutrition Criteria (EU-PNC), l’organismo delle stesse aziende leader nel settore alimentare, le pubblicità sono risultate inadeguate al 50%.
Questo significa che i bambini sono bombardati da esempi negativi durante le trasmissioni televisive dedicate a loro. Lo studio ha evidenziato come circa il 10% di tutte le pubblicità durante i programmi per bambini sono sul cibo, e sono in maggioranza portatrici di messaggi che non tutelano l’educazione alimentare dei piccoli.
Un bombardamento mediatico che mette in difficoltà anche i genitori che a tavola cercano di portare avanti delle scelte a tutela della salute. Niente frutta e verdura: durante le trasmissioni per bambini soprattutto snack preconfezionati, fast-food, cibo precotto sono i prodotti pubblicizzati.
In questo modo i bambini sviluppano desideri e bisogni indotti dalla pubblicità, che possono sviluppare cattive abitudini pericolose sul lungo periodo. Il dato più preoccupante è che questa sproporzione nei confronti dei messaggi negativi è addirittura superiore a quella che riguarda invece la comunicazione pubblicitaria per adulti.
Le conseguenze della ricerca sugli spot alimentari per bambini
“Educare ad una dieta sana è uno degli strumenti più importanti per la prevenzione di numerose patologie” dichiara Silvia Scaglioni, coautrice dell’articolo e nutrizionista pediatrica, mettendo in guardia sul profondo impatto diseducativo che un mezzo come la televisione può avere sui bambini.
Silvano Gallus, anch’egli autore della ricerca ed epidemiologo dell’Istituto Mario Negri ci invita inoltre a prestare attenzione non solo alla televisione, ma anche ai nuovi mezzi di comunicazione come i canali Youtube: “è necessaria una rigida vigilanza e un’auspicata regolamentazione delle pubblicità che vi sono trasmesse” afferma.
Il consiglio è dunque di non trascurare cosa guardano i bambini e fare caso se le loro abitudini alimentari sono condizionate da modelli pubblicitari. Una scelta a tutela dei bambini potrebbe essere consentire loro di vedere trasmissioni su canali che hanno severe restrizioni sul tipo di pubblicità trasmessa, o addirittura non ne hanno affatto: è il caso di RaiYoyo, canale tematico per bambini che da maggio 2016 non trasmette più pubblicità, di nessun tipo.
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