21 Novembre 2023 – Recenti studi INPS rivelano una realtà preoccupante: le madri guadagnano il 53% in meno rispetto alle donne senza figli, a 15 anni dal parto. Questo dato solleva ulteriori interrogativi sulla parità di genere nel mondo del lavoro.
Il divario salariale è una realtà anche tra le donne
Il divario salariale non è solo un numero: riflette una complessa rete di fattori socioeconomici che influenzano la carriera delle donne e a maggior ragione se sono madri. È quanto dichiarato da Micaela Gelera, Commissario straordinario dell’Inps, durante un convegno: “studi Inps hanno dimostrato che i salari lordi annui delle donne che hanno avuto figli a quindici anni dalla maternità sono inferiori del 53% rispetto a quelli delle donne senza figli“.
Questo dato proviene da uno studio condotto nell’ambito del progetto visitInps, basato su un campione rappresentativo di donne lavoratrici nel settore privato, nel periodo compreso tra il 1985 e il 2016.
Il divario può essere attribuito a vari fattori, come l’interruzione di carriera per la maternità, la preferenza per impieghi part-time, ma anche la discriminazione di genere sul posto di lavoro.
L’impatto economico sulle madri
La riduzione salariale ha conseguenze durature sul benessere finanziario delle madri. Oltre a limitare le opportunità di crescita professionale, impatta negativamente sulla loro capacità di risparmio e investimento.
La “motherhood penalty”, o penalità di maternità, è un argomento molto dibattuto: un termine che descrive la diminuzione di guadagni per le madri. Le ricerche indicano che una madre può perdere fino al 5% del proprio salario per ogni figlio, in confronto alle donne senza figli.
Il divario salariale di genere, presente in tutto il mondo, mostra che le donne guadagnano in media 77 centesimi per ogni dollaro guadagnato dagli uomini. La pena di maternità costituisce l’80% di questo divario. Le madri guadagnano solo 71 centesimi per ogni dollaro guadagnato dai padri, con una perdita annua media di 16.000 dollari. Diversamente dalle madri, i salari degli uomini rimangono stabili dopo la genitorialità.
Ovviamente il divario salariale post-maternità non è solo un problema delle madri, ma una questione di equità sociale e lavorativa. È fondamentale un impegno collettivo per creare un ambiente lavorativo più equo e inclusivo.
Questa condizione non solo riduce la varietà nella forza lavoro di un paese, ma può anche portare a conseguenze gravi sulle prospettive professionali e finanziarie di molte donne. Il rischio è anche di aumentare lo stato di povertà durante la terza età. Ed è evidente che la mancanza di indipendenza economica rende le donne più vulnerabili a rimanere in matrimoni non felici o addirittura in ambienti violenti.
Per mitigare il divario, si propongono misure quali politiche di lavoro flessibili, estensione dei congedi di maternità, ad esempio alle lavoratrici autonome e veri programmi di supporto per la cura dei bambini, come incentivi per gli asili nido o il babysitting.
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