È stata assolta la coppia bolognese protagonista di un processo su una maternità surrogata in Ucraina. Residenti in Italia, lui di 57 anni e lei di 44, sono diventati genitori nel 2012 di un bambino nato a Kiev. I due italiani sono andati all’estero e si sono accordati con una madre che, sotto contratto, ha venduto il suo utero, successivamente fecondato con il seme dell’uomo oggi diventato genitore. In Ucraina la pratica di maternità surrogata è consentita dalla legge.
La violazione della legge italiana sulla maternità surrogata
La coppia bolognese è stata accusata di aver violato la legge 40 sulla surrogazione della maternità, una legge che in questo caso non risulta violata, perché nel fatto non sussiste reato. Per l’accusa, l’uomo che ha fecondato il seme della mamma biologica Ucraina sarebbe stato il concorrente materiale del reato, mentre sua moglie la concorrente morale.
L’assoluzione per la maternità surrogata all’estero
Indagato anche il ginecologo italiano su cui poi sono cadute tutte le accuse per mancanza di prove sul suo ruolo nell’organizzazione della maternità surrogata all’estero. Altro capo di imputazione “l’alterazione di stato civile” ma anche questa accusa è caduta. Il bambino è nato a Kiev e l’atto di nascita è stato preparato lì, in base alle norme dello Stato Ucraino.
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