Passano gli anni e cambiano i tempi. Lo si nota sotto tutti gli aspetti. Dalla musica, alla televisione, al cibo, anche se le ricette sono le stesse di 50 anni fa.
Sì, perché stando alle parole del Dipartimento americano dell’Agricoltura, pare che le tradizionali ricette della nonna, anche se riprodotte fedelmente passo a passo, cucinate oggi contengano il 63% delle calorie in più rispetto a quelle che mangiavano i nostri genitori.
Gli ingredienti, infatti, non sono più gli stessi.
Nonostante la qualità finale dei cibi che giungono sulle nostre tavole sia costantemente monitorata e controllata, per quanto riguarda i prodotti su larga scala, è stato rilevato un generale “appesantimento”. Olio, burro, margarina di produzione industriale sono diversi rispetto a quelli nella dispensa dei nostri nonni.
Oltre alla qualità degli ingredienti, comunque, è cambiato anche lo spirito di base che sorregge l’alimentazione attuale. Come spiegano i ricercatori americani, infatti, la cucina di una volta seguiva i principi della funzionalità e della necessità. Lo scopo primario era quello di sopravvivere, nutrendosi con quello che si aveva a disposizione. Nella cucina moderna, invece, tutto è abbondante e realizzato velocemente. Converrebbe, forse, prendersi una pausa almeno a tavola.
Detto ciò, appare chiaro come solo la produzione artigianale, con alimenti a km zero provenienti da cicli a filiera corta, possa garantire una cucina dietetica e ipocalorica, in cui i principi nutrizionali vengono conservati.
Oggi come oggi, quindi, è una priorità nutrire i nostri figli nella maniera più naturale possibile, mantenendo intatte le tradizioni.
Ma anche in questo modo, è evidente che i bambini assumeranno comunque più calorie rispetto ai loro genitori nel corso di una giornata. Se a questo si somma la tendenza in crescita di svolgere sempre meno attività fisica, le prospettive per il futuro non sono delle più rosee.
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