Jenna, giovane mamma inglese, viene rimproverata dalla maestra per avere preparato al figlio una merenda troppo abbondante. In un’altra scuola una mamma trova nel cestino del figlio l’elenco dei cibi proibiti per la merenda.
La polemica esce anche sui social: infatti c’è chi crede che i genitori debbano avere massima libertà nell’educazione alimentare dei figli e chi invece dà ragione alle maestre.
Merende troppo abbondanti o non adeguate: le maestre intervengono
Fettine di cetriolo, uno yogurt, qualche mandorla, una manciata di uva sultanina e un toast con prosciutto e formaggio. È questa la merenda che Jenna prepara per lo spuntino mattutino del figlio a scuola, la maestra però non ne approva il contenuto e rimprovera la mamma perché avrebbe dovuto preparare “uno snack e non un pranzo“. L’insegnante infatti mette in discussione la quantità di alimenti proposti per merenda.
La polemica scoppia anche sui social poiché Jenna pubblica sulla sua bacheca Facebook la foto del cestino. Il mondo del web si divide, alcuni fanno infatti notare alla mamma che quella non è una merenda, o uno snack da metà mattina, ma un vero pranzo. Altri invece rivendicano il diritto dei genitori di provvedere in autonomia ai pasti dei figli.
Intanto in un’altra scuola nel Berkshire, Regno Unito, una mamma ritrova nel cestino portapranzo del figlio un biglietto in cui si segnalano i cibi vietati a scuola, come merendine e snack confezionati.
La polemica in questo caso è più aspra poiché questa scuola, la Cippenham Nursery School, si autodefinisce “Healthy School” (cioè una scuola salutista) e ha delle vere e proprie raccomandazioni sulla preparazione del cestino porta-pranzo: le maestre aprono quindi la box del pranzo e prelevano i cibi sconsigliati per poi restituirli ai bambini a fine giornata quando possono essere riportati a casa e consumati.
La mamma ha poi lasciato un biglietto per le maestre nel cestino chiedendo gentilmente di “lasciare tutto nel cestino così com’è”.
L’obesità dei più piccoli e il ruolo della scuola
È vero che laddove a casa non si riesca a ricevere una corretta educazione alimentare, la scuola potrebbe essere il posto ideale per fornire ai bambini queste informazioni.
L’Istituto Superiore di Sanità rivela che in Italia il 39% dei bambini tra i 6 e i 9 anni è in sovrappeso e il 17% di questi è obeso. Il problema della corretta alimentazione per i più piccoli è perciò un dato rilevante che interessa la salute, ma quale è il ruolo della scuola?
Gli insegnanti non sono esperti di alimentazione, pertanto ci sono limiti che non possono superare, ma da più parti si richiedono programmi di educazione alimentare nelle scuole con il coinvolgimento di insegnanti e famiglie. Il rischio è che l’abitudine a consumare cibi spazzatura e la sedentarietà possano mettere a rischio il futuro dei bambini.
Fonte immagini: Daily Mail
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