In Messico ha shockato l’opinione pubblica il suicidio di una bimba di dieci anni che si è impiccata per fare felice la madre, come ha scritto in una lettera. Intanto ci si interroga sulla trascuratezza affettiva vissuta dai minori al giorno d’oggi e sulla loro solitudine.
Il suicidio e la lettera shock
I fatti risalgono allo scorso 6 gennaio ma negli ultimi giorni sono diventati di dominio pubblico, accendendo un dibattito nell’opinione pubblica messicana: una bimba di 10 anni ha deciso di togliersi la vita impiccandosi. L’altro aspetto straziante di questa ennesima vicenda che riguarda il disagio dei minori è che la piccola ha lasciato una lettera di addio in cui spiegava le ragioni del suo gesto, compiuto in occasione di una festa popolare di grande valore simbolico in Messico.
Infatti, secondo quanto riportano i media del Paese centroamericano, la bambina si sarebbe tolta la vita per rendere la mamma “la donna più felice del mondo” dato che quest’ultima in più di una circostanza aveva confessato davanti a lei il desiderio che non fosse mai nata.
La solitudine dei bimbi
Nonostante la giovane età la piccola ha deciso di farla finita e l’autopsia sul suo corpo ha confermato che la morte è sopraggiunta per strangolamento da impiccagione. Quello che ora fa discutere è la lettera in cui affermava di voler fare un “regalo” a quella mamma che non l’aveva mai accettata sin dal concepimento.
Di questa triste vicenda, come sottolineato da alcuni osservatori, colpisce soprattutto la lucida autocoscienza della bimba, che sosteneva di essere la causa dell’infelicità della madre e del fatto che “papà è andato via di casa”.
Si tratta dell’ennesimo caso che vede dei bambini come vittime della solitudine non solo fisica ma anche “affettiva” che sperimentano tra le mura domestiche.
A tal proposito diversi psicologi spiegano che andrebbe rimesso in discussione il ruolo dei genitori, incapaci di far sentire amati i propri figli e inducendoli a pensare di essere addirittura un peso, se non proprio un motivo di vergogna.
Nella vita di questa bimba messicana infatti è mancata una figura genitoriale a cui aggrapparsi e a cui la piccola potesse rivolgere il suo amore, tanto che il drammatico gesto ha rappresentato solo l’ultimo, disperato tentativo di chiedere un affetto che le è stato sempre negato.
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