La New York University School of Medicine ha condotto uno studio pilota da cui è emersa una realtà davvero preoccupante: le feci dei neonati contengono frammenti di microplastiche, in una quantità 10 volte maggiore di quella presente nelle feci degli adulti. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati su una rivista, la ACS’ Environmental Science & Tecnology Letters.
Il grido d’allarme dei ricercatori: ’36 mila nanogrammi di microplastiche nelle feci’
Gli studiosi, in collaborazione con il laboratorio di Tianjin che si occupa di monitorare i livelli d’inquinamento ambientale, hanno preso a campione i pannolini di sei neonati e li hanno analizzati per un intero anno.
Durante la ricerca, sono stati messi a confronto alcuni campioni di feci dei neonati con feci di adulti: gli studiosi hanno osservato che quelle degli adulti presentavano una concentrazione di microplastiche dieci volte inferiore rispetto a quella dei neonati, che invece si aggira sui 36 mila nanogrammi per grammo di PET e 78 nanogrammi di plastica in policarbonato.
Microplastiche e neonati: quale correlazione?
Attraverso questi risultati, i ricercatori sono riusciti a fare una stima della quantità di microplastiche a cui sono esposti quotidianamente i bambini. Il calcolo è stato fatto prendendo come riferimento un kg di peso corporeo e, secondo i dati, ogni bambino entra a contatto con 83 mila nanogrammi di polietilene tereftalato, comunemente nota come PET, e con 860 nanogrammi di PC.
Questa maggiore esposizione alle microplastiche è stata giustificata tenendo conto delle abitudini dei bambini, soprattutto di quelle dei più piccoli, i quali hanno l’abitudine di mettere in bocca giochi che nella maggior parte dei casi vengono realizzati impiegando fibre di microplastica. In realtà le microplastiche sono presenti anche in oggetti d’uso quotidiano degli infanti, come indumenti, bicchieri, piatti e posate.
Attualmente gli studiosi non sono in grado di dire quali saranno le conseguenze future circa l’ingestione di microplastiche da parte dei bambini, ciò che però crea più allarme non sono tanto le microplastiche in sé quanto le sostanze chimiche che le compongono, le quali potrebbero influenzare negativamente lo stato di salute dei più piccoli.
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