Dopo 17 anni di lavoro, in cui non sono mai sorti problemi di alcun tipo, una mamma single di due bambini, di cui uno disabile, è stata licenziata in tronco. Questo accade in una filiale Milanese della multinazionale del rivenditore svedese di arredamento, Ikea.
La vicenda di mamma Marica
Marica Ricutti è una mamma di due figli piccoli, di cui uno disabile, ed è separata. Questo significa che ad occuparsi dei suoi bimbi c’è solo lei, ma Marica era sempre riuscita a cavarsela da sola senza troppi problemi. Tutto questo fino a che non le è stato proposto e richiesto un cambiamento di reparto. Marica aveva fatto presente il problema dell’orario ma le era stato assicurato che non avrebbe avuto problemi e che poteva accettare tranquillamente, poiché le sarebbero venuti incontro. Questo era quanto le avevano assicurato i dirigenti del colosso della filiale dell’Ikea, ma Marica si è vista sfumare davanti agli occhi l’unico suo sostentamento economico e dei suoi figli.
Dopo 17 anni di dedizione al lavoro Marica è stata licenziata in tronco perché era impossibilitata ad iniziare il turno secondo il suo nuovo orario, cioè alle sette del mattino.
La solidarietà per Marica, da parte di tutti
In segno di solidarietà verso Marica, i suoi colleghi hanno incrociato le braccia e hanno deciso di scioperare, organizzando un presidio davanti alla sede della multinazionale svedese. Oltre ai suoi colleghi le sono vicini e a sostegno il sindacato e il COBAS. Le manda il suo sostegno anche il segretario generale nazionale, Susanna Camusso. Tutti si stanno mobilitando per Marica e per farle riottenere il suo posto di lavoro, poiché a detta di tutti il suo è un licenziamento ingiustificato.
Il caso dell’ingiustificato licenziamento di Marica è diventato un caso mediatico di grande rilievo, ed è arrivato anche in Parlamento. È intervenuto anche il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Anche per il Ministro la situazione di Marica meritava un diverso trattamento, poiché che per certe situazioni, bisogna aver cura non solo delle responsabilità contrattuali, ma anche della situazione delicata in cui la persona si trova. E tutte noi non possiamo che essere d’accordo con lui.
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