Che mio figlio è il mio insegnante di meraviglia l’ho già scritto. Da quando sono diventata mamma, infatti, ho avuto il privilegio di poter vedere tutto quello che vivo e che ho intorno con gli occhi di un bambino.
Non con i miei occhi che sono tornati quelli di un bambino, ma con quelli di un adulto che ha accanto gli occhi di un bambino.
Gli occhi di chi vede le cose per la prima volta, che si emozionano davanti ai petali di un Soffione che volano via e si riempiono di paura quando vedono che il buio, piano piano, può inghiottire ogni cosa.
Occhi che credono a quello che vedono, che hanno la brama di scoprire e che portano dentro di loro le immagini di libri e storie fantastiche come se fossero reali e non trovano affatto sorprendente trovarsi ai piedi di un vulcano o davanti a un leone o a un coccodrillo.
Mio figlio è il mio insegnante di meraviglia perché crede a quello che vede e non pensa che mai che ci sia altro dietro ad un no o ad sì, il mio insegnante di meraviglia perché guarda con fiducia incondizionata e accetta quello che vede e chiede e suppone che la tua risposta sia l’unica possibile. Il mio insegnante di meraviglia per la sua curiosità che lo spinge a guardare altrove, sempre, ogni volta per vedere qualcosa di più, un po’ più in là.
Mio figlio è il mio insegnante di meraviglia perché mi ha permesso di scoprire che non c’è un solo modo di guardare al mondo, perché anche da grandi si può vedere dove non si era mai vista prima. Dettagli, bellezza, spavento, sempre vita.
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