Mio figlio è la mia persona preferita, ma solo da un po’ di tempo. Diciamo che lo è diventata col passare dei mesi e degli anni. All’inizio niente è stato facile e tra le cose difficili, quella più complicata è stata l’assoluta mancanza di empatia tra noi due. In mio figlio riuscivo a vedere solo la stanchezza, gli obblighi morali. Il sonno e l’inadeguatezza.
Ci è voluto del tempo per imparare a capirci, tanto tempo perché mio figlio diventasse davvero la mia persona preferita. Quella che sceglierei, che scelgo ogni giorno, per starmi accanto. E non perché lui è mio figlio, ma perché è simpatico, ad esempio, e ha un sarcasmo e un’umorismo invidiabile.
Perché è sensibile, tenero e anche estremamente vulnerabile
Perché a volte mi insegna cose sul mondo dei più giovani che io non potrei mai sapere e conoscere in nessun altro modo. Perché abbiamo dei rituali che mi divertono e inteneriscono. Perché non c’è nessuno al mondo nel quale specchiarmi come posso fare con lui e in quei occhi che sono i miei, ma che su di lui stanno meglio.
C’è voluto del tempo, ma adesso stare con mio figlio non è più un obbligo, un sacrifico: ora è diventata una scelta di felicità. Il tempo che passo con lui mi arricchisce e resta il mio tempo preferito.
Per questo mamme vi dico, concedetevi del tempo: anche l’amore verso un figlio ha bisogno di un po’ di pazienza per sbocciare e anche con i figli ci si sceglie. Dopo un po’.
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