Il bullismo purtroppo è un fenomeno sempre più diffuso tra i ragazzi.
L’età delle prime vessazioni si sta abbassando notevolmente e quello che un tempo era un fenomeno che interessava solo ragazzini un po’ più grandi, oggi si è spostato anche alle elementari.
Capire se nostro figlio è vittima del bullo della scuola non è semplice, perché spesso le vittime degli episodi di bullismo provano vergogna per la propria debolezza e nascondono il loro disagio in famiglia e con gli insegnanti. Esistono però dei campanelli d’allarme, dei segnali che possono aiutarci a capire e intervenire per aiutare nostro figlio.
Un indizio da non sottovalutare è senza dubbio il timore del bambino di andare a scuola. Le vittime di bullismo inventano scuse per saltare la scuola e quando sono a casa, evitano di parlare della loro giornata scolastica. Hanno difficoltà a concentrarsi sullo studio e la notte non dormono bene. Perdono continuamente oggetti di cancelleria, che in realtà gli vengono rubati, e vi chiedono sempre soldi adducendo le scuse più assurde, per poi consegnarli il giorno successivo al bullo per non essere picchiato. Presentano spesso lividi o graffi che vi diranno di essersi fatti da soli cadendo o andando a sbattere e saranno soggetti a scatti d’ira ingiustificati o a crisi di ansia incontrollata.
Se vostro figlio presenta tutti o parte di questi problemi, allora, potrebbe essere vittima di bullismo. Ma, cosa fare in questi casi?
La soluzione consigliata da psicologi e terapeuti è sempre quella di parlare con il proprio figlio, rassicurarlo e indurlo a raccontarci tutto senza forzarlo o fargli pressione. Il bambino dovrà sentirsi sicuro e capito. Spiegargli che non è colpa sua se gli sta accadendo tutto questo e ripetetegli che gli volete bene.
È molto importante aiutare il bambino a recuperare la propria autostima, quindi elogiatelo quando fa qualcosa di buono e passate più tempo possibile ad ascoltarlo. Mettete al corrente della situazione la scuola e le maestre, ma, evitate assolutamente di avvicinare il bullo o la sua famiglia perché peggiorereste solo le cose. Se la situazione vi sembra pericolosa, tenete il bambino a casa per qualche giorno fino a quando non si saranno calmate le acque.
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