Mio figlio mi snobba. No abbracci, no baci e coccole nemmeno a parlarne. I grattini vanno bene solo se a piccole dosi e prima di dormire, in quella fase cioè, durante la quale ti faresti fare di tutto. O quasi.
Non è stato sempre così, sia chiaro. Anzi. Io, preoccupatissimo per il suo attaccamento alla mamma, ho gridato al figlio mammone fino ad una manciata di mesi fa. Era un cucciolo piccolissimo e tenerissimo che s’illuminava tutto quando mi vedeva.
Ed ora, invece, sapete cosa fa quando mi vede? Chiama il padre.
Per mesi non ha fatto nulla senza di me. E non parlo solo di azioni legate a bisogni primari come mangiare e dormire, ma di cose come raccogliere qualcosa da terra o aprire un pacchetto regalo. Era la mamma che voleva. Era me che voleva. Sempre. Il suo mondo ero io.
Poi di colpo, anticipando di troppo la fase di preadolescenza, ha iniziato ad ignorarmi. Non mi cerca più, se provo ad abbracciarlo inizia a scalciare come un matto, mi chiama babbbbuuuu e si fa cambiare con pochissima passione.
Mi chiedo cosa gli abbia fatto. Mi chiedo se tutte le mie lamentele e i miei sei un rompipalle non detti alla fine siano arrivati e l’abbiano profondamente offeso. Oppure se è solo incavolato con me per le lunghe giornate passate io al lavoro e lui dai nonni. O all’asilo. Non so, in realtà, quanto questa faccenda dell’asilo abbia inciso, fatto sta che quando lo lascio lui è felicissimo, quando lo riprendo un po’ meno.
E io sono indecisa. Indecisa sul come sentirmi. Dispiaciuta? Messa da parte? Fiera ed orgogliosa di un figlio tanto indipendente? Di sicuro c’è che ogni volta che posso tento l’impresa di rubargli un bacio o una coccola ma l’esito mi lascia sempre più amareggiata. So che dovrei trovare del tempo da passare con lui, so che dovrei spazientirmi meno quando, poi, finalmente lo trovo, so che dovrei essere più morbida e dire meno no. Però mi chiedo: ma è questo il prezzo da pagare se si vuol tentare di essere non solo una mamma?
Cioè se una lavora, esce di casa per un aperitivo, si concede un weekend senza figli quanto ne risentono questi ultimi? E come ci percepiscono loro?
Pur non avendo una risposta provo a ripetermi che io gran parte della mia infanzia l’ho passata con i nonni e non per questo sono stata una bambina infelice.
Me lo ripeto.
E cerco di convincermi.
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Qui la mammite si è aggravata col tempo, invece. E l’asilo ha dato il colpo di grazia. Se fosse per lui, staremmo appiccicati per 24 ore su 24, anche di notte si sveglia non appena si rende conto di non essere più a contatto con me (ma come cavolo fa, ha un radar?). Dagli altri respinge baci, carezze e coccole. In casa nostra è il papà ad essere respinto (e a soffrirne), mentre io – se può consolarti – mi faccio comunque tante domande. Opposte alle tue, ma comunque tante. La verità, forse, è che non esiste una via giusta, e che i figli sono come sono. Come è vero che la mia infanzia l’ho passata tutta con i miei genitori e sono stata lo stesso una bambina felice (diventata poi un’adulta fin troppo indipendente, a detta di tutta la mia famiglia…).
mia figlia dall’anno in su ha iniziato a volre sempre solo il papà. devo ammettere: molto avvilente. e le domande che ti stai facendo tu me le sono posta anche io. però ora le cose si stanno equilibrando e tante amiche mi hanno fatto notare che il “non volermi” era un simbolo di sicurezza di mia figlia nel sapere che io ci sono, sempre. non sei una cattiva madre, uscire e lavorare non influiscono su questo. sarrsti una mamma serena, stando sempre a casa? io no. e sono sicura che questo sì, influirebbe molto sul rapporto con mia figlia…
il mio quasi cinquenne non dà baci a nessuno, me compresa,ed essere baciato gli dà fastidio.Il treenne invece è tutto una coccola