Ho sempre pensato che nella vita ci fosse un momento giusto per fare figli. In realtà ho sempre pensato che, nella vita, ci fosse un momento giusto per ogni cosa.
Finire gli studi, trovare un lavoro, e poi l’indipendenza economica, l’amore, sposarsi magari, arredare casa, progettare gli spazi, progettare il futuro e pure un figlio. Pensavo che quel momento giusto sarebbe arrivato dopo aver respirato così tanta indipendenza da esserne inebriata. E pure un po’ stufa. Dopo che avessi fatto tutte le esperienze, accontentato i miei capricci, ascoltato i miei sfizi, viaggiato.
Sì, viaggiato tanto. Viaggi faticosi, lunghi, ai confini del mondo che, si sa, per questo tipo di viaggi ci vuole prima di riuscire a guadagnare abbastanza. E avere un lavoro così stabile da regalarti il lusso delle ferie.
Un lavoro che, magari, sarebbe arrivato dopo un lunga formazione. Una gavetta, anni di esperienza ma anche gratificazioni. E non solo morali.
Ho sempre pensato che fosse un mio preciso obbligo morale quello di far nascere mio figlio in un ambiente pronto per riceverlo. Parlo di me, ma anche di quello che materialmente avrei potuto offrirgli. Ho sempre pensato che non ci fosse nulla di egoistico nel volermi dedicare totalmente a me prima di mettermi al servizio di un’altra persona. O personcina.
In effetti, ad oggi, ancora continuo a non trovarci nulla di sbagliato. Anzi. Resto convinta del fatto che una donna appagata, con un lavoro stabile, una condizione economia non precaria e con un bagaglio di esperienze invidiabili che, insomma, non ha quasi più voglie da togliersi, possa essere una madre migliore. Una madre a cui le rinunce e i sacrifici che un figlio richiede, perché ne richiede, pesano di meno. A cui la voglia di uscire e tirar tardi ogni venerdì sera è, ormai, passata.
No, non sto dicendo che i figli si debbano fare per noia ma che, personalmente, continuo a pensare che, con qualche anno in più di libertà, sarei stata una mamma meno frustrata. Continuo a pensarlo ma so che forse è solo un alibi. Che forse ogni anno in più senza figli, sarebbe stato un altro anno nel quale il mio non saper pensare ad altri se non a me stessa, si sarebbe sedimentato ancora di più, e ancora più in profondità. Un altro anno che avrebbe reso sempre più difficile rinunciare alla mia indipendenza.
Quello che sto cercando di dire è che probabilmente, per me, il momento giusto per diventare madre non sarebbe mai arrivato.
Magari, però, mi sarei accontenta di un momento solo un poco più giusto rispetto a quello in cui è successo.
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