“Amore mio, quelli con te sono stati gli anni più belli della mia vita, ti voglio davvero bene…”.
Inizia così una delle lettere più struggenti che abbiate mai letto.
È quella che una mamma scrive a suo figlio, per dirgli che nonostante lui sia la cosa più preziosa della sua vita, purtroppo non potrà più essere la sua mamma. “Devo smettere” – recita ancora la lettera – “Perché ho bisogno di lavorare e una donna che lavora non può essere anche una mamma”.
Assurdo, vero?
Moms don’t quit: dimissioni dal lavoro di mamma?
Eppure, migliaia di donne in Italia sono costrette ogni giorno a fare una scelta altrettanto dura: abbandonare il lavoro sia per l’impossibilità di conciliare maternità e carriera che per la miopia dei datori di lavoro e delle istituzioni che in una mamma, o futura tale, vedono un problema e non un’opportunità.
E questo, purtroppo, non ci sembra così assurdo.
Moms don’t quit: la campagna e la petizione
Ma è ora di fare un passo avanti e di trovare delle soluzioni che aiutino una donna a vivere la sua natura con gioia e non come un eterno compromesso.
Nasce, quindi, l’iniziativa “Moms don’t quit”, una campagna di comunicazione e sensibilizzazione promossa, tra le altre, da testate come Il Corriere della Sera e Io Donna.
Una campagna che prende vita in un video emozionante e molto toccante dove alcune mamme recitano la lettera di dimissioni a loro figlio. Una scelta evidentemente provocatoria, e che racconta il dramma vissuto dalle donne di oggi, perennemente ad un bivio.
Le donne protagoniste del video, attraverso una campagna stampa e a contenuti di approfondimento, raccontano poi la loro esperienza, dando consigli ad altre mamme.
La campagna prevede anche una petizione, rivolta alle istituzioni italiane, per chiedere l’apertura immediata di un tavolo di lavoro, dove discutere iniziative di supporto immediato a favore delle donne e a tutela della maternità.
Una scelta importante e urgente, perché le mamme non debbano mai più dimettersi dal loro futuro.
Il video della settimana
Vero
Ecco esatto…
Valentina Bertone ne sappiamo qualcosa di queste dimissioni… Mario Colalillo