Peter Shu era un cadetto dell’accademia militare di Concord, in California, quando è morto alla giovane età di 21 anni, in seguito ad un incidente sugli sci.
I genitori del ragazzo hanno chiesto ed ottenuto il permesso di conservare il suo sperma anche a scopo riproduttivo, ovvero per avere dei nipotini. Tale diritto gli è stato riconosciuto dal giudice.
Muore sugli sci a 21 anni
Il terribile incidente che ha strappato ai coniugi Zhu il loro figlio di soli 21 anni è accaduto a West Point, una famosa località sciistica.
Ma l’aspetto davvero singolare della vicenda riportata dal Washington Post riguarda la decisione del giudice John Colangelo di accogliere la richiesta dei genitori del giovane: congelare lo sperma del ventunenne con lo scopo di riutilizzarlo in futuro per la procreazione, mediante maternità surrogata.
Lo sperma del ragazzo è stato raccolto al momento dell’espianto degli organi; a quel punto i genitori di Peter Shu hanno pensato di conservarlo per poi riutilizzarlo in un secondo momento per avere i nipotini tanto desiderati.
Il giudice Colangelo, nell’emettere la sentenza, ha affermato che: “Non c’è alcuna restrizione quanto all’uso che i genitori potranno fare dello sperma di Peter Zhu, compreso quello riproduttivo“.
I coniugi Shu non hanno voluto commentare la loro decisione perché ancora provati dalla perdita. Senza dubbio questa sentenza crea un precedente che detta nuove linee guida per i centri di fertilità, in merito la conservazione dello sperma post mortem.
Peter Shu potrà dare dei nipotini ai suoi genitori
Peter Shu non aveva lasciato alcuna dichiarazione di volontà e per assumere la decisione finale il giudice Colangelo ha dovuto affidarsi alla testimonianza della madre, che ha raccontato di quanto il figlio desiderasse crearsi una famiglia e di avere dei figli.
La questione potrebbe far sorgere giudizi in merito all’etica di una tale scelta. Senza voler giudicare la coppia che ha subito questo grande lutto, ci chiediamo “fin dove ci si può spingere per avere i nipoti tanto desiderati?”.
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