Arriva dall’Egitto la notizia di una presa di posizione che era più che necessaria. Il governo ha infatti inasprito le pene contro chi pratica la MGF, la mutilazione dei genitali femminili. Da oggi si rischiano fino a 20 anni di carcere per chi si macchia di questo odioso crimine.
Mutilazione genitale femminile: una pratica odiosa e terribile
Si chiama ‘mutilazione genitale femminile‘, il cui acronimo MGF ne nasconde solo in parte la brutalità.
Si tratta di una pratica terribile a cui vengono sottoposte le donne in molti, troppi Paesi nel mondo. In Egitto i numeri parlano chiaro: è l’UNICEF a fornirli, quando afferma che 9 donne su 10, di età compresa tra i 15 e 50 anni, hanno subito una mutilazione.
Nonostante la pratica sia illegale da più di 12 anni, ancora molte sono le donne che sono costrette a tale barbarie. Ignoranza, paura, cultura, principi sbagliati che portano a ritenere la donna come un oggetto che non deve istigare e tanto meno deve provare piacere.
Inasprimenti delle pene per le MGF: fino a 20 anni di prigione
Era atteso da tempo questo inasprimento da parte del governo egiziano, e fortunatamente è arrivato.
Il 20 gennaio scorso sono state introdotte infatti delle modifiche alla legge, che già vieta le mutilazioni, che inaspriscono le pene, portando ad una detenzione che può arrivare sino a 20 anni chi si macchia di tale crimine.
Non solo: importante è stata anche la presa di posizione contro i medici complici di questo crimine, che sono da oggi passibili di radiazione dall’albo fino a 5 anni. Naturalmente è importante anche che la cultura corra di pari passo alla legge.
In un Paese in cui una tale pratica è parte integrante della società, è necessario prima di tutto responsabilizzare e sensibilizzare gli uomini.
Basti pensare infatti, purtroppo, che ben pochi casi arrivano in tribunale, ma la notizia fa comunque sperare in un cambio di rotta.
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