Drastica diminuzione dei bambini nel mondo: nonostante il progresso, i bambini continuano a morire in alcuni Paesi.
Si parla tanto di progresso, di globalizzazione e di innovazione tecnologica, ma per alcune questioni il mondo sembra essere rimasto molto indietro a uno stadio di scarso sviluppo.
Un problema che fa preoccupare gli studiosi e che non fa ben sperare sul futuro del nostro Pianeta riguarda i tristi dati sulla mortalità infantile.
Il decesso di bambini in massa per cause sanitarie è una cosa di cui non si dovrebbe più sentir parlare in una realtà avanzata come quella del 2018, eppure è proprio così.
L’innovazione nella medicina non raggiunge alcune zone del mondo, nelle quali molti, troppi bambini non arrivano ai cinque anni d’età.
Cosa dicono le statistiche
I dati fanno davvero rabbrividire. Nel 2017 pare che in tutto il mondo siano deceduti ben 6,3 milioni di bambini, un numero elevatissimo che è necessario ridurre per fare in modo che la mortalità infantile non abbia drastiche conseguenze sulla demografia mondiale.
Associazioni come l’UNICEF, la Divisione delle Nazioni Unite per la Popolazione, l’OMS e il Gruppo della Banca Mondiale hanno diffuso questi dati con un monito importante: bisogna fare qualcosa e cambiare la situazione attuale.
Secondo queste associazioni ogni tre secondi muore un bambino, precisamente un individuo di età inferiore ai 15 anni di età, a causa di malattie che dovrebbero ormai essere state debellate, ma che al di fuori delle zone più sviluppare del mondo occidentale ancora fanno paura e mietono vittime.
I luoghi più a rischio sono l’Africa Subsahariana e l’Asia Meridionale.
Qualche piccolo dato positivo
Nonostante i danni provocati dalle malattie e dalla mortalità infantile, i dati sembrano essere migliorati, anche se di poco, rispetto agli anni precedenti.
Nel 1990 i bambini deceduti nei Paesi in via di sviluppo sono arrivati alla cifra sconcertante di 12,6 milioni. Il 2017, in questo senso, conta meno vittime.
La situazione resta comunque critca e le associazioni umanitarie lanciano un appello per smuovere le coscienze. Se la situazione non cambia, entro l’anno 2030 le vittime potrebbero arrivare a 56 milioni.
Per fare in modo che questa terribile eventualità non si manifesti, bisogna assolutamente appianare le disparità economiche tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo e diffondere nelle zone più a rischio ospedali e operatori sanitari per assistere i più piccoli e le donne in gravidanza.
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