Le disposizioni sono in vigore dallo scorso luglio in tutti gli Uffici Postali della penisola ma è in questi giorni che sta partendo la nuova campagna comunicativa, con tanto di avvisi, che invita la clientela a dare la precedenza, nelle code, alle donne in gravidanza o con dei neonati.
Precedenza a future mamme e bebè in Posta
Lo slogan scelto da Poste Italiane per lanciare l’iniziativa è “Per essere avanti, fai un passo indietro” e nei prossimi giorni negli uffici di tutta Italia verranno affissi dei cartelli che ricorderanno ai clienti le nuove disposizioni di cortesia (che andranno a sostituire quelle in vigore dal 2015) quando si fa la coda allo sportello: la raccomandazione è che si dia la precedenza non più solo a coloro che presentano delle disabilità ma anche alle donne in gravidanza e a quelle che fanno la fila assieme al bebè, soprattutto nelle giornate estive o quando gli uffici sono particolarmente affollati.
La novità è sostanziale dal momento che quella di lasciare passare le donne incinte era una cortesia non scritta, mentre adesso diventa una sorta di norma anche se, come al solito, toccherà al buon senso dei clienti rispettarla.
L’intervento della Consigliera di Parità
In realtà, le nuove disposizioni sono in vigore presso tutti gli uffici di Poste Italiane già dallo scorso luglio ma solo ora si è dato il via a una campagna di informazione promossa anche sui social e che è stata decisa dai vertici della società a seguito di una serie di sollecitazioni e lamentele sempre più pressanti arrivare negli ultimi tempi.
Tra tutte, si segnala quella di una esponente politica romagnola (la consigliera provinciale per le Pari Opportunità) che aveva rivolto un appello a Francesca Bagni Cipriani, attuale Consigliera Nazionale di Parità: quest’ultima, lo scorso 18 giugno, si era fatta carico della richiesta e aveva segnalato diversi episodi, in una missiva, a Poste Italiane spiegando che le neomamme e le donne incinte a volte si trovano nell’imbarazzante situazione di dover chiedere loro un gesto di cortesia quando fanno la coda allo sportello.
Inoltre la Cipriani aveva anche fatto notare come, pur in presenza dei vecchi cartelli, i dipendenti degli uffici si giustificavano col fatto che, senza una precisa direttiva aziendale, non potevano intervenire per agevolare quelle donne.
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