Io sono diventata madre senza averlo scelto: è capitato, senza che lo programmassi. Un figlio non era nei piani, né lo avevo mai desiderato prima. Se non fosse “successo” non lo so se mai sarei diventata madre. Se mai avrei trovato il coraggio di rinunciare al mio egoismo.
Penso allora che, ben lontani da essere liberi, da pregiudizi e convinzioni, difficilmente si pensa che se una donna non ha figli, magari quella è solo una sua scelta. Consapevole e condivisa. Di sicuro sofferta. Troppo spesso invece, si pensa che se una donna non ha figli, quella è una donna a metà o solo una grande, immensa, esagerata egoista. Ma non è così. O perlomeno, non lo è per me.
Se una donna non fa figli è perché ha avuto il coraggio di scegliere, dopo aver capito che lei non aveva bisogno di un figlio per essere completa. O forse perché di figli non gliene sono venuti ma a questo quasi mai ci si pensa. Non c’è empatia tra donne, non ce n’è tra madre né, tanto meno, tra madri e non madri.
Con la stessa facilità con cui si pensa che una volta che si diventa madri quelle stesse donne che un tempo erano piacevoli, interessanti e pure sessualmente appetibili ora non sono altro che pallossissime mamme e in quanto tali interessate solo alla cacca del pargolo, si pensa pure che una donna un figlio lo desideri sopra ogni cosa. Spesso è così, lo so, ma non sempre lo è: questa è la verità.
La verità è che c’è chi decide di non diventare genitore. Liberamente. Con consapevolezza. Perché non vuole sacrificarsi per nessuno. Perché non si vuol diventare mamma solo per “convenzione sociale”. O perché non c’è lavoro. O perché ce n’è troppo. O perché questo non è il mondo migliore dove crescere un figlio.
Ma a me di sapere il perché non importa, a me importa che si smetta di giudicare le scelte altrui. Che si iniziasse piuttosto a pensare alla donna come qualcosa di finito e perfetto anche senza un figlio. Proprio come si fa quando si parla di un uomo. Una non madre non è una donna a metà, ma una donna che ha scelto. Mi importerebbe sapere che il mondo ha finalmente smesso di dividersi tra chi ha figli e chi un figlio, invece, non ce l’ha e che, magari, si iniziasse a parlare di donne giovani e donne meno giovani. Lo preferirei di gran lunga al distinguo madre/non madre.
Sembra che la maternità sia, per la nostra cultura, l’unico modo di affermare la femminilità. Ecco, per me non è affatto così. Anzi. E io, allora, vorrei che mio figlio crescesse in un mondo libero. In un un mondo che accetta le scelte altrui anche quando sono diverse da quelle della massa. Un mondo che provi a capire la sensibilità, e il sentire, che c’è dietro all’apparenza. Sepolta da preconcetti e retaggi culturali. Vorrei che mio figlio potesse scegliere come essere pienamente felice. Senza dover per questo essere giudicato da nessuno.
Il video della settimana