Non siamo più madri delle altre se, dopo aver partorito, si decide di prendersi un piccolo (o grande) tempo per noi e per i figli, né se al contrario si decide di tornare subito al lavoro perché è di quello spazio abbiamo bisogno.
Non siamo più madri delle altre se allattiamo fino al quarto anno di vita di nostro figlio, né se invece scegliamo di non farlo perché quella è la nostra decisione. Ponderata, pensata, sofferta.
Non siamo più madri delle altre se i nostri figli dormono nel loro letto fin dalla prima settimana, né lo siamo se il letto lo condividiamo con loro finché non c’è più lo spazio per starci su entrambi.
Non siamo più madri delle altre se siamo madri di figli unici, né se, al contrario, di figli abbiamo deciso di averne più d’uno.
Non siamo più madri delle altre se desideriamo la vita di prima perché il solo ruolo di mamme non ci basta, né lo siamo se la nostra felicità, unica, profonda è data solo dalla prole. E non siamo più madri delle altre se oltre ai nostri figli amiamo anche un uomo, una donna, un’amica o il nostro lavoro.
Non siamo più madri delle altre se nostro figlio va all’asilo da quando aveva sei mesi, né lo siamo se, invece, è rimasto a casa con noi o con i nonni per tutto il tempo che poteva.
Non siamo più madri delle altre se spesso pensiamo e diciamo che siamo stanche anche perché tutte le mamme del mondo, anche quelle che non lo dicono, lo pensano almeno una volta al giorno.
Non siamo più madri delle altre se nostro figlio lo abbiamo “allevato” ad “alto contatto”, né se invece lo abbiamo cresciuto delegando quel che non potevamo o non volevamo.
Ma soprattutto, ricordiamocelo sempre, non siamo più donne delle altre solo perché noi siamo madri e loro no.
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