Qualche sera fa ho litigato con il mio compagno per un motivo che al momento neanche ricordo più. Ho litigato e poi sono andata a dormire.
Mamma, mi ha detto mio figlio, non si va a dormire col cuore arrabbiato, me lo hai insegnato tu.
La mia risposta, parecchio matura, è stata: “È lui che ha iniziato, è lui che deve chiedermi scusa“. E da lì, è partita la ramanzina dell’ottenne che mi ha spiegato che non importa chi inizia per primo, o di chi è la colpa, si va a dormire solo dopo aver fatto pace.
Bene, non c’è stato modo di farlo addormentare diversamente: mi sono dovuta alzare e andare dal congiunto per dirgli che dovevamo “fare pace perché non si va a letto col cuore arrabbiato”.
Io questa frase l’avrò ripetuta a mio figlio forse un migliaio di volte e quindi le considerazioni da fare sono due.
La prima, consolatoria, è che non tutto il fiato è andato sprecato, anzi, anche quando sembra che non ti filino di pezza, quelli assorbono tutto. Anche troppo.
Infatti, la seconda considerazione è che bisogna sempre fare attenzione, molta attenzione, a quello che insegniamo ai nostri figli perché da moralizzati e moralizzatori il passo è breve.
E tutto quello che diciamo, un giorno, potrà essere usato contro di noi.
Il video della settimana