Edoardo nasce a 23 settimane. Al limite di quello che viene considerato il tempo minimo per avere speranze di sopravvivere. Eppure Edoardo che, come dicono in famiglia, pesa come un cestino di fragole, si dimostra un piccolo leone e affronta tante drammatiche emergenze, sempre supportato dalla mamma, dal papà e dai fratellini.
Margherita Vetrano, la sua mamma, ha scritto un libro sulla lotta i Edoardo per la vita dal titolo “Il nostro piccolo sole”. Noi l’abbiamo intervista: ecco cosa ci ha raccontato.
1. “Il nostro piccolo sole” è la storia di una lunga battaglia, che inizia quando, a 23 settimane nasce Edoardo. Cosa è successo?
Edoardo nasce prematuramente a causa della rottura delle membrane, non ne è mai stato chiarito il motivo. Tra l’altro ci siamo accorti casualmente della rottura perché fui ricoverata a causa di una forte emorragia che durava da settimane e solo nel momento del ricovero, durante un’ecografia, i medici si sono accorti che eravamo in AFI3, praticamente senza più liquido amniotico.
2. Quali sono le condizioni di tuo figlio? Che cosa dicono i medici? Hai potuto abbracciarlo appena nato?
Edoardo conduce la vita di un qualunque coetaneo della sua età anche se è un bambino più delicato e per lui anche un raffreddore può finire in ricovero. Porta le protesi acustiche e per questo motivo è indietro col linguaggio, ma lo stiamo facendo seguire con delle terapie adeguate e siamo sicuri che presto recupererà il gap.
Appena nato ne ho potuto vedere solo una gambina penzolare fuori da un sacco termico. Dopo due giorni l’ho visto da dentro l’incubatrice. Il primo abbraccio arriva due mesi e mezzo più tardi. Prima di allora, potevo occasionalmente toccarlo attraverso gli oblò dell’incubatrice.
3. Come si svolge una giornata nella Tin?
Dipende dalle condizioni del bambino. Per i bimbi gravi, a volte i genitori possono entrare solo pochi minuti al giorno per non disturbarli, quando i bimbi migliorano, le visite si articolano secondo un calendario preciso nell’arco della giornata che, in fase di dimissione può coprire anche le otto ore.
Quando Edoardo era prossimo all’uscita, trascorrevo con lui gran parte del tempo e, poichè era nel lettino, potevo occuparmene completamente; dal bagnetto alle terapie, passando per le poppate e le coccole.
L’intervista continua nel prossimo articolo
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