Stando a una recente ricerca della Fimp (Federazione italiana medici pediatri), un pediatra su tre abitualmente prescrive oltre ai farmaci tradizionali anche quelli omeopatici, ma solo per il trattamento di determinati disturbi.
Omeopatia: più fiducia da parte dei pediatri
Fino a pochi anni fa era impensabile un dato del genere, eppure oggi, in base ai dati raccolti dalla Fimp in collaborazione con Omeoimprese, oltre il 30% dei medici pediatri affianca le terapie classiche alle cure omeopatiche.
Questi risultati sono il frutto di un’indagine che ha coinvolto 5400 pediatri iscritti alla Federazione, la maggior parte dei quali convenzionati con il SSN, con l’obiettivo di avere un quadro più preciso dell’impiego dell’omeopatia nella popolazione in età pediatrica. Per tale ragione, a ognuno degli intervistati sono state rivolte domande riguardanti la loro professione e, in particolar modo, sull’abitudine o meno di prescrivere farmaci omeopatici
Il primo aspetto rilevante dell’inchiesta è l’evidente crescita di fiducia da parte dei medici nei confronti dell’omeopatia che, secondo Giampietro Chiamenti, presidente della Fimp, probabilmente dipende “dai minor effetti collaterali riscontrati e della preferenza per un modo olistico di avvicinarsi alla salute del bambino”.
Rimedi omeopatici: molti li prescrivono ogni giorno
Dal confronto dei dati ricavati dalla ricerca con quelli riferiti agli anni precedenti, si è notato un effettivo aumento del numero dei pediatri che si affida all’omeopatia per il trattamento di alcuni malesseri, tra cui malattie delle vie respiratorie (il 68% dei medici), allergie, gastroenteriti e disturbi del sonno.
Infatti, secondo un’inchiesta del 2012, indetta dalla Società italiana di pediatria, solo il 23% dei medici considerava le cure omeopatiche come un valido supporto ai trattamenti classici. Ora la percentuale si è portata al 30% e molti di questi pediatri (il 36%) hanno dichiarato di prescrivere quotidianamente farmaci di tipo omeopatico ai loro piccoli pazienti.
Tuttavia è bene sottolineare che nessuno di essi considera l’omeopatia come un’alternativa valida ai trattamenti tradizionali, piuttosto come una soluzione da affiancare alle terapie classiche.
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