La maternità determina delle rivoluzioni in una donna senza paragoni, sia nelle sfere psicologiche, morali e fisiche, che in abitudini e stile di vita.
Sebbene i grandi cambiamenti si registrino nei primi mesi e anni (quando l’alternanza del giorno e della notte assume un valore soggettivo, andare in vacanza vuol dire lavorare il doppio, ecc…), per tutta la vita una donna rimarrà segnata dal suo essere “mamma”.
Per i papà, di contro, l’impegno profuso nella crescita dei figli non è così marcato, anzi. E non è solo un’impressione, come dimostra la ricerca condotta dalla Sirc (centro di ricerche inglese specializzato nei trend sociali). Le mamme destinano, ogni giorno, in media 4 ore e 45 minuti alla cura dei figli contro i 38 minuti dei papà italiani, ultimi nella classifica europea, preceduti da spagnoli e tedeschi (42 minuti), svedesi (64 minuti) e greci (120 minuti).
Netta differenza, quindi, dell’impegno di mamme e papà verso i figli, indubbiamente, ma dai dati raccolti emergono spiragli di ottimismo: le compagne affermano in stragrande maggioranza, per l’87% dei casi, che i loro partner dedicano maggiore attenzione verso i figli di quanto, al loro tempo, fecero i loro padri.
I dati attuali, quindi, dimostrano un miglioramento rispetto al passato, ma sicuramente ancora molto c’è da fare. Infatti, il nostro modello culturale relega principalmente ancora alle mamme i compiti considerati “gravosi” (come andare dal pediatra o a colloquio con le maestre), mentre ai papà viene riservato per lo più il tempo libero.
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