Dopo lo stop ai monopattini elettrici a noleggio, la capitale francese decide di accogliere anche le richieste degli animalisti, decidendo per vietare le gite in Pony nei giardini pubblici a partire dal 2025.
I centri ippici sono in rivolta per questa decisione, ma il municipio cittadino non fa passi indietro: il nuovo obiettivo sarà lavorare per creare un legame con gli animali, senza però utilizzarlo come oggetto a scopo ludico.
Una tradizione parigina che è destinata a scomparire
Nei parchi pubblici di Parigi fino ad oggi c’era la possibilità di fare il battesimo della sella con i pony, tramite i centri ippici della zona, e far fare ai più piccoli una passeggiata nel parco e conoscere questi splendidi animali da più vicino.
Tuttavia gli attivisti parigini erano preoccupati per il benessere dei pony, spesso tenuti in condizioni non ottimali e si sono attivati contro lo sfruttamento animale grazie a una petizione e a tanta tanta pazienza. Il merito è di Amandine Sansivens, attivista di PAZ, Paris Animaux Zoopolis, che è riuscita a raccogliere una petizione di ben 8.400 firme per porre fine a questa pratica.
Inoltre, è stata portata avanti con successo la stessa campagna “Les animaux ne sont pas des jouets” (ndr “gli animali non sono giocattoli”) a Marsiglia e Lione.
Un piccolo passo ma la strada da fare è ancora lunga
Nonostante l’accoglienza di questo divieto nei giardini pubblici, resta fuori il Jardin du Luxembourg, di proprietà del Senato, che potrà infatti continuare a consentire queste passeggiate. Per questo motivo Sansivens ha anche richiesto un divieto generale, in modo tale da applicarlo anche a quest’ultimo parco.
Un altro neo di tutta la faccenda riguarda la Carta del Benessere degli Animali, conquistata dagli animalisti nel 2021 e destinata a regolamentare le attività dei pony anche per i centri ippici. Messa a disposizione di acqua e fieno, limite di tempo di trasporto per massimo due ore al giorno, divieto di utilizzo di attrezzature violente e quello di mandare i pony al macello a fine carriere; questi i punti della Carta che però, a conti fatti, non sono mai stati del tutto rispettati.
Questa campagna ci invita ancora una volta a ragionare sul valore degli animali e su quanto sia giusto utilizzarli come attrazioni nei parchi, nei circhi e negli zoo.
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