Mamma. Ti chiamano così, adesso.
Se avessi un centesimo per ogni volta che senti pronunciare questa parola, saresti la donna più ricca del mondo. E anche così, forse, lo sei.
Lo sei quando corri al mattino, e pensi che non ti sei nemmeno truccata, e che arriverai comunque in ritardo a scuola, la campanella sarà suonata ma ti faranno entrare lo stesso.
Quando torni a casa e i letti sono ancora sfatti, e le stanze odorano di mani piccole e baci appiccicosi, e le tracce dei passaggi sono ovunque, lasciate lì dietro la porta chiusa, impronte di una vita calda di cui tu sei il centro, il perno, il rifugio.
Ti guardi distrattamente allo specchio, rimandi la palestra, nell’agenda della tua mente, quella in cui vorresti fare mille cose, la maggior parte per te, ma chissà, un giorno, ora non puoi. Le tue braccia sono morbide e pallide, sono quelle che alzano, che soppesano, che racchiudono, che si schiudono.
Nell’aria c’è ancora il tuo profumo, lo senti in lontananza, ma non sai che è profumo di te, che è quell’odore che fa compagnia a chi ti ama, che non ti fa dimenticare nemmeno un momento, che sa di te. Odore di mamma, il tuo e solo il tuo.
Anche oggi non riuscirai a fare tutto quello che avresti voluto, la lista è lunga, tutti chiedono qualcosa a te.
La casa mettila a posto domani, la perfezione lasciala ad un altro mondo, un mondo non popolato di mamme, ché le mamme si sa, sono perfette così.
Le mamme sono le braccia e il cuore, l’odore e la voce, sono il centro di un mondo, di più mondi, l’energia che porta avanti una casa piccola e grande, nuova e vecchia. Le mamme sono il porto sicuro di grandi e piccini, per sempre, ovunque, comunque.
A te che lavori, ma vorresti passare più tempo a casa.
A te che rientri dopo la campanella e trovi i letti da rifare, e non ne avresti voglia.
A te che non manchi un allenamento di calcio e a te che dimentichi l’appuntamento col pediatra.
A te che i tuoi figli devi tenerteli vicini, stretti stretti, in ogni luogo e in ogni modo, e a te che hai bisogno di spazio, nel letto e nella vita.
A te che scopri il mondo, a te che inventi il mondo, a te che semplicemente sei il mondo.
A te, mamma, vanno i pensieri di quegli esserini che hai creato, che per te resteranno sempre piccini, con mani piccole che cercano il tuo viso e ti tirano i capelli, e anche quando cresceranno, quegli esserini, tu continuerai a restare il loro mondo.
Quando la porta si chiude, a te resta l’amore.
Tutto l’amore del mondo.
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