Che i pesticidi e le sostanze chimiche usati per le colture intensive siano dannosi per l’organismo è risaputo.
Ecco perché, per una vita più sana, è sicuramente consigliabile mangiare frutta e verdura biologiche o a km zero.
Non solo l’alimentazione, ma anche il luogo in cui si vive o si frequenta ha un peso rilevante per la nostra salute. Essere nei pressi di un’area irrorata di sostanze chimiche provoca danni permanenti all’organismo.
Da un recente studio dell’Università di Davis in California, e pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives, è emerso che vivere in una zona contaminata con pesticidi è rischioso in particolare per le donne in dolce attesa. I danni possibili per il feto, infatti, sono molteplici, tra cui l’autismo. Era già stato dimostrato come tali sostanze agissero negativamente sui sistemi nervoso, endocrino e riproduttivo, alterandone le funzionalità. Gli stessi ricercatori affermano: “Abbiamo scoperto che le case dove i bambini hanno sviluppato la sindrome di autismo o ritardi di sviluppo si trovavano nei pressi di zone dove erano stati spruzzati pesticidi”.
In particolare, emerge che la contaminazione maggiore per le future mamme, avviene durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza. Quindi, durante la gestazione, l’attenzione dev’essere rivolta non solo a ciò che si mangia, ma anche alla zona in cui si vive o si lavora.
D’altra parte, quello dell’utilizzo dei pesticidi in agricoltura è un problema diffuso e non facilmente risolvibile. Una statistica dell’Istat del 2013 ha rilevato che, in Italia, le quantità di sostanze chimiche utilizzate sui campi, nell’anno 2012, sono elevatissime: 134.241 tonnellate totali (tra fungicidi, insetticidi e acaricidi, erbicidi e vari). E il loro pericolo per il feto è dimostrato. L’Epa, Environmental Protection Agency ha vietato negli Sates l’uso domestico del clorpirifos, un insetticida organofosfato che era in grado di attraversare facilmente la placenta.
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