Perdere un figlio non è mai semplice, anche se di quella gravidanza c’è stato solo l’inizio. Le parole di Arcobaleno vanno dritte al cuore.
“Piango perché ti ho desiderata.
Piango perché potresti essere mia.
Piango perché potrei essere la tua mamma.
Piango perché quel parto poteva avere la mia tenacia di dare altra vita.
Piango perché…
A volte non ci sono perché, spesso le spiegazioni non esistono. C’è solo il dolore da sfogare. C’è solo il dolore da vivere.
Ma come si vive?
Semplice questa risposta. Si smette di vivere.
Si sopravvive all’attesa.
Si sopravvive al pensiero.
Si sopravvive alla speranza.
Si sopravvive alla forza che, per forza deve venire fuori.
Si sopravvive e basta. Le parole non servono, le parole non bastano.
E allora, come si sopravvive?
Si sopravvive credendo. Credendo negli angeli.
Si sopravvive oggi e forse un po’ di più domani.
Dove non arrivano le parole arrivano gli abbracci. E dove non arrivano gli abbracci arrivano i ricordi, poi il silenzio. Proprio come quell’istante in cui sei nata.
Io e te per sempre.
Sssht”
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