Con il calo dei contagi, ecco arrivare la fase 2. Già da qualche giorno è stato possibile ricominciare a godere di alcune libertà che hanno permesso anche ai più piccoli di sollevarsi un po’ dalla tensione degli ultimi mesi, ma è opinione condivisa che l’emergenza non sia ancora rientrata. Per riuscire a gestire al meglio i nuovi contagi, il governo ha deciso di procedere con un’apertura graduale di diverse attività commerciali, ma il ritorno alla normalità sembra essere ancora piuttosto lontano.
Grazie alla riapertura molte persone potranno tornare a lavorare, ma si fa sentire con sempre più insistenza la necessità di trovare delle soluzioni valide per non trascurare le esigenze dei più piccoli, specialmente nel caso in cui i genitori non sappiano con chi lasciarli.
In vista dell’estate, la soluzione potrebbe essere la riapertura di asili nido e centri estivi, ovviamente adeguando spazi e modalità alla situazione attuale.
Il piano per l’infanzia: cos’è e in cosa consiste.
Proposto dal ministro Bonetti e ora al vaglio del Comitato Tecnico-Scientifico, il piano per l’infanzia mira ad includere le esigenze dei più piccoli e delle loro famiglie nei provvedimenti legati alla riapertura.
Diviso in due step, questo disegno prevede l’avvio di alcune attività didattiche, dedicate ai bambini con età maggiore ai 3 anni, da svolgersi in ambiente esterno già a partire dal 18 maggio; mentre dal 1 giugno dovrebbe essere possibile riaprire nidi, materne, e dare il via libera ai centri estivi.
Ovviamente tutto ciò non sarà esente da rigide regolamentazioni adeguate alla situazione che stiamo vivendo. Per permettere a bambini e famiglie di vivere l’esperienza con la maggior serenità possibile, l’avvio di ogni progetto sarà vincolato all’approvazione della ASL del territorio di riferimento che dovrà confermare l’effettiva aderenza alle norme previste.
Regole e modalità legate alla riapertura dei centri estivi
Per permettere che tutto si svolga in sicurezza, oltre alle comuni regole di igiene e pulizia, sarà necessario svolgere le attività all’aperto e procedere alla sanificazione, da parte di personale adeguatamente formato, di tutti gli oggetti in seguito ad ogni utilizzo.
Gli educatori dovranno lavorare con gruppi di bambini stabili e limitati, essere informati sul corretto uso delle mascherine e indossarle per tutta la durata delle attività.
Tutti i potranno accedervi, ma bisognerà dare la priorità ai bambini con disabilità e alle famiglie in cui entrambi i genitori svolgono lavori incompatibili con lo smart working e alle famiglie monoparentali. Per evitare assembramenti davanti alle porte di ingresso, sarà necessario procedere con ingressi e uscite scaglionati, preferibilmente da luoghi differenti, e ai genitori verrà preclusa la possibilità di accedere alle aree gioco.
Sono ancora da definire le fasce di età a cui sarà imposto l’utilizzo di mascherine, ma sicuramente l’accesso al centro avverrà tramite la presentazione di un certificato medico e sarà previsto un monitoraggio quotidiano della temperatura.
Oltre all’igenizzazione all’entrata e all’uscita della struttura, dovrà essere premura degli operatori interrogare gli accompagnatori del bambino circa possibili sintomi influenzali e negare l’accesso qualora la temperatura superi i 37.5 gradi o vi siano elementi per temere che la salute del bambino sia compromessa.
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