Con una decisione che sta già facendo discutere, il TAR del Lazio ha bocciato il ricorso delle associazioni contro l’aborto per reintrodurre la prescrizione medica per la pillola dei 5 giorni. Non servirà la prescrizione medica nemmeno per le minorenni.
La pillola dei 5 giorno dopo: cos’è e come funziona
Per prevenire il rischio di gravidanza in caso di rapporti non protetti, esistono sul mercato alcuni farmaci, tra cui la pillola del giorno dopo, che fungono da contraccettivi di emergenza, e in alcuni casi possono provocare anche un aborto.
Diverso sarebbe il caso della cosiddetta pillola dei 5 giorni dopo, che non provocherebbe un aborto ma impedirebbe l’impianto dell’ovulo. Potrebbe quindi essere paragonato a un contraccettivo, e il suo meccanismo si basa sul farmaco il cui principio attivo è l’ulipristal acetato. Tecnicamente è un antiprogesterone, che blocca l’ovulazione e rientra in quella che si chiama contraccezione di emergenza. Lo ha spiegato il dottor Cicinelli, ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Bari. Tuttavia le polemiche non si sono placate.
La protesta delle associazioni Pro Vita
Il TAR del Lazio ha stabilito in data 4 giugno che il ricorso delle associazioni pro vita, tra cui l”Azione Cristiana Evangelica’ e il ‘Popolo della Famiglia’ non deve essere accolto. Il ricorso, nello specifico, non puntava al ritiro dal mercato della pillola dei 5 giorni dopo, ma alla reintroduzione della ricetta medica per le minorenni, cosa che invece l’Aifa non prevede più.
Secondo il suo direttore, Magrini, questo farmaco rappresenterebbe una svolta importante a tutela delle minorenni, sia dal punto d vista fisiologico che psicologico. L’Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto si è allineata sulla stessa visione, sottolineando come tale farmaco non solo non provochi di fatto aborti, ma che non presenta nemmeno rischi per la salute delle giovanissime.
L’Aifa lo conferma, sottolineando come questo farmaco usato sporadicamente non comporterebbe pericoli.
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