15 maggio 2024 –
“Benvenuti ai nostri 4 nuovi iscritti”: così un cartello affisso all’entrata della scuola ha salutato l’ingresso di nuovi studenti davvero speciali. Quattro pecore, battezzate John Deere, Marguerite Duprés, Phil Tondu e Valériane Deschamps, sono state regolarmente iscritte alla scuola, con tanto di nomi e cognomi. Un gesto provocatorio, come spiegano i genitori, per evidenziare l’assurdità di un sistema che “conta gli studenti come pecore”.
Quattro pecore vengono iscritte alle elementari per non chiudere una classe
L’anno prossimo nell’accorpamento Nitting-Voyer-Hermelange, tre piccoli comuni nei pressi di Sarrebourg nella Mosella (Nord-Est della Francia), anche le pecore andranno a scuola. No, non si tratta di una metafora per indicare alunni particolarmente svogliati ma di veri ovini regolarmente iscritti presso la scuola primaria.
La situazione è nata quando il Ministero dell’Istruzione francese ha fissato a 98 il numero minimo di studenti necessario per mantenere aperte le cinque classi delle scuole locali per l’anno prossimo.
Con solo 94 iscritti, una delle classi dell’accorpamento Nitting-Voyer-Hermelange – la quinta – rischiava di essere chiusa, come ha spiegato in un video il presidente dell’associazione genitori:
Né i sindaci né i genitori erano d’accordo. Inizialmente abbiamo protestato, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta dal governo. Abbiamo quindi deciso di usare l’assurdo per rispondere a una decisione assurda
Di fronte a questa prospettiva, famiglie e funzionari locali così hanno deciso di agire, iscrivendo quattro pecore appartenenti a un allevatore della zona, complete di nomi e cognomi: John Deere, Marguerite Duprés, Phil Tondu e Valériane Deschamps.
“I nostri figli vengono trattati come numeri, quindi abbiamo deciso di portare all’estremo questa logica” spiegano i genitori coinvolti nella protesta. Le pecore sono state portate nel cortile della scuola per un giorno, e i genitori hanno rassicurato le associazioni animaliste che gli animali sono tornati nelle loro fattorie al termine della manifestazione.
BFM TV : Quatre moutons ont été inscrits dans une école en Moselle pour éviter la fermeture d'une classe#France #Ecole #School #Moselle pic.twitter.com/ZiIknqzyQJ
— Polemix (@Polemix_Fr) May 13, 2024
Il precedente del 2019: 15 pecore iscritte per salvare la scuola
Già nel maggio 2019, per evitare la chiusura di una classe delle elementari, il paesino francese di Crêts en Belledonne ha fatto iscrivere a scuola quindici pecore. Anche in quel caso, la buffa provocazione organizzata dai genitori degli alunni e approvata dal sindaco, voleva essere un invito per le istituzioni a non trascurare le piccole realtà locali.
L’istituto Jules Ferry nel dipartimento dell’Isère aveva infatti riscontrato un calo nelle iscrizioni rispetto all’anno precedente, da 266 a 261 unità. Numero questo, troppo esiguo per non chiudere almeno una delle undici classi che compongono la scuola, ma bambini e genitori non erano d’accordo.
“Qui ci sono dei bambini in difficoltà, ma l’educazione nazionale non si preoccupa delle ragioni dei singoli territori, guarda solo ai numeri” aveva affermato Gaëlle Laval, una delle rappresentanti dei genitori, “poiché solo i numeri contano, gli alunni potrebbero anche essere pecore” ha continuato la donna che, sull’onda dell’indignazione, aveva proposto di iscrivere a scuola una quindicina di ovini.
Un atto deliberatamente provocatorio che tuttavia aveva ricevuto il sostegno degli altri genitori e del comune di Crêts en Belledonne. Così, martedì 7 Maggio alle 8 del mattino, un allevatore si era presentato presso la scuola primaria con un gregge di pecore al seguito.
15 moutons inscrits à l’école de Crêts en Belledonne contre la fermeture d’une classe et 65 dans la cour de récré.
(Shaun 🐏 va en CM2 ! ) @bleu_isere https://t.co/YaPHoIvR6X pic.twitter.com/KxAv2B7oJ5— Valentine Letesse (@valentineletess) 7 mai 2019
Mentre i docili animali pascolavano in una zona appositamente recintata del cortile, l’uomo aveva consegnato in segreteria i certificati di nascita degli ovini e li ha iscritti regolarmente alle elementari. La surreale ed esilarante performance si era svolta alla presenza del corpo docente, dei genitori e dei piccoli alunni alcuni dei quali agitavano un cartello con la scritta “On n’est pas des moutons” che letteralmente sta a significare “non siamo delle pecore“.
Una provocazione per spingere le autorità ad occuparsi delle piccole realtà locali
Episodi come questi evidenziano un problema crescente nelle aree rurali: il calo delle iscrizioni scolastiche minaccia la chiusura delle classi, privando le comunità locali di servizi essenziali.
Le soluzioni creative adottate dai genitori dimostrano una forte volontà di preservare l’istruzione locale e attirare l’attenzione sulla necessità di una gestione che consideri non solo i numeri, ma anche il benessere delle comunità scolastiche. È fondamentale che le autorità sviluppino strategie a lungo termine per affrontare questo problema e garantire a tutti i bambini l’accesso a un’istruzione adeguata, indipendentemente dal luogo di residenza.
Scene come queste, che potrebbe sembrare un flash mob, ma che per il loro carattere dirompente e dissacrante sono finite sulle principali testate giornalistiche europee stanno scuotendo realmente l’opinione pubblica sull’importanza fondante dell’istruzione primaria.
Probabilmente queste pecore salveranno davvero la piccola scuola elementare dal ridimensionamento ma soprattutto ricorderanno alle istituzioni che il diritto ad imparare appartiene a tutti i bambini del mondo.
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