Tra giochi, stimoli creativi e allenamento per quella che sarà la vera e propria scrittura, tutto ciò che è importante sapere sulle tecniche di pregrafismo e a quale età far cominciare il bambino a… imparare divertendosi.
Le tappe dello sviluppo del bambino
Il percorso per arrivare ad una delle tappe che colmano d’orgoglio mamme e papà, ovvero saper scrivere le prime parole, è lungo e fisiologico ed inizia già dai primi mesi di vita del bambino, da quando cioè con le sue manine comincia ad esplorare e manipolare i materiali intorno a lui: la pappa, l’acqua, la copertina e le posate.
Dal primo anno in poi, il processo evolutivo del bimbo è in pieno fermento e cominciano gli esperimenti con i colori e i primi scarabocchi, segno della volontà di voler esprimere concretamente ciò che lui stesso vive.
È dai 3-4 anni però che ha inizio quello che è il vero e proprio allenamento manuale e psicologico che porterà il bimbo a “diventare grande”. Con l’inserimento nella scuola materna infatti cominciano i primi esercizi, naturalmente vissuti ed insegnati sotto forma di gioco, che permetteranno ai bambini di imparare a scrivere le parole, in un crescendo di consapevolezze.
Tutto ciò è possibile grazie ad una serie di strumenti e tecniche che vanno ad assumere il nome di pregrafismo, adottati nelle scuole ma che possono essere praticati anche a casa, per aiutare il bimbo in questa importantissima fase della crescita. Ma di cosa si tratta esattamente? Andiamo a scoprirlo insieme.
Il pregrafismo nella scuola materna
Carta, penna e colori: ecco cosa serve ai bambini che, insieme alle loro maestre, cominciano a riempire le schede didattiche appositamente create per sviluppare le capacità motorie e manuali. Giocando, unendo i puntini, seguendo linee e tratteggi e imparando a colorare dentro a forme precise, il bambino allena le manine per quella che sarà un’attività più complessa, ovvero la messa in pratica della grafia.
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Anche giochi divertenti fatti insieme alle maestre, come ritagliare cartoncini colorati, incollare figurine, comporre puzzle, sono tutte attività che mentre intrattengono piacevolmente coadiuvano nella crescita e sviluppano non solo le facoltà cognitive, ma anche la manualità fine essenziale per imparare la scrittura. Infatti è necessario sapere anche come cambia la fisiologia del nostro bambino con il passare del tempo : muscoli, scheletro e motricità cambiano di giorno in giorno e si formeranno completamente solo grazie a tutti gli esercizi e ai giochi che lo aiuteranno a crescere.
Senza dimenticare poi che attraverso questo tipo di stimoli, ogni bambino riesce così a scoprire e ad esprimere le sue capacità e la sua creatività. Tramite il gioco, il processo avviene naturalmente senza caricare di stress la fase dell’apprendimento; questo perché le attività non sono mai imposte e tutto avviene con serenità, facendo giocare i bambini e soprattutto non forzandoli.
Fattore fondamentale è infatti il saper rispettare i tempi di ognuno, che sono diversi e che non inficiano al risultato finale. Anzi, grazie al pregrafismo, molte insegnanti sono in grado di capire e cogliere eventuali disturbi dello spettro dislessico, riuscendo così ad intervenire subito e sostenere nel miglior modo possibile il bimbo nel suo percorso.
Il pregrafismo può affaticare i bambini e limitare la loro libertà d’espressione?
La domanda può sorgere spontanea ma la risposta può rassicurare tutte le mamme e i papà: assolutamente no. Le attività didattiche sono sempre svolte in maniera ludica, e alternate ad altri tipi di intrattenimento, giochi e momenti di pausa, così che il bambino possa vivere il processo d’apprendimento in tutta serenità.
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