Saper leggere e scrivere prima dei sei anni non sempre è un bene per un bambino. Nulla di male quindi se un bambino arriva in prima elementare senza saper nè leggere e nè scrivere.
Prescolararizzazione, non tutti concordano
Certe volte anticipare troppo i tempi di apprendimento può portare solo a conseguenze spiacevoli. Ne sono certi alcuni educatori per l’infanzia quando posti davanti al quesito, se imparare a leggere prima dei 6 anni di età fosse o meno un bene, hanno optato per la seconda ipotesi.
Per i fautori della prescolarizzazione, insegnare a leggere e scrivere ai bambini di età inferiore ai sei anni non può che far del bene, perché stimola il bambino ad apprendere il maggior numero di cose, permettendo di non farlo arrivare a scuola impreparato.
Purtroppo, per altri che si occupano dello sviluppo emotivo e intellettivo del bambino, le cose non stanno proprio così.
Prescolarizzazione: perché non si dovrebbe fare
Secondo uno studio condotto da alcuni esperti dell’infanzia dell’Asociacion Mundial de Educadores Infantiles, obbligare un bambino ad imparare a leggere e scrivere prima dei sei anni avrebbe un effetto negativo dal punto di vista dello sviluppo cognitivo, ma anche dal punto di vista dello sviluppo socio-emotivo.
Juan Hortal, un educatore dell’infanzia cileno, è fermamente convinto che non tutti i bambini di età inferiore ai sei anni siano in grado di acquisire alcuni tipi di competenze, come per esempio imparare le lettere e metterle insieme per creare delle parole.
Questo fatto potrebbe far sentire alcuni bambini come inadeguati o inferiori rispetto ai loro compagni, fino ad arrivare a dei veri e propri casi di bassa autostima di se stessi.
Considerando che in una classe possono esserci bambini più portati all’apprendimento e altri che hanno bisogno di tempi maggiori, ma che sono comunque quelli normali di ogni bambino, l’ideale sarebbe che ad insegnare a leggere e scrivere fossero le maestre delle scuole primarie.
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