Nel giorni che seguono l’Oscar a Spotlight, il durissimo film che racconta il reportage del Boston Globe sui terribili casi di pedofilia di Boston, dove oltre centinaia di bambini hanno subito abusi terribili da praticamente tutti i sacerdoti della diocesi, non possiamo passare sotto silenzio il caso Australiano.
Come mamme, e come esseri umani, ci colpisce allo stomaco quello che è successo per anni grazie al silenzio di gran parte della Chiesa.
Il caso dei preti pedofili seriali in Australia
Oggi parla (obbligato da una commissione d’inchiesta) il cardinale Georg Pell, già arcivescovo di Melbourne e poi di Sydney e ora prefetto degli Affari economici del Vaticano, considerato il responsabile della copertura dei fatti australiani e forse anche di qualcosa di più, visto che accuse dirette di abusi sono state portate anche a lui.
I fatti sono sconvolgenti, avvenuti tra gli anni ’70 e gli anni ’80. Le vittime centinaia, molte delle quali si sono suicidate nel corso degli anni.
E non erano casi sporadici, ma un sistema perfettamente funzionante, nel quale preti stupratori seriali, invece di essere denunciati, venivano trasferiti da una parrocchia all’altra, mettendo a tacere le vittime e dando a quei bastardi la possibilità di fare del male ad altri bambini.
E la Chiesa come sta reagendo?
Ora Pell si trova a dover rispondere di accuse precise: eppure, anche ammettendo che la Chiesa ha commesso degli errori, continua a negare ogni suo coinvolgimento.
Sono presenti anche 14 delle vittime che assistono alla deposizione. E non possiamo che ammirare il loro coraggio, per essere qui a chiedere la verità.
Eppure, nonostante il grandissimo lavoro che Papa Francesco sta facendo per portare alla luce questi terribili episodi, qualche settimana fa la Cei, la conferenza episcopale italiana, parlava ancora se denunciare o meno i pedofili, visto che, non essendo i vescovi pubblici ufficiali, non ne hanno l’obbligo.
Ma sarebbe solo per difendere le vittime dalla vergogna, eh. Purtroppo, sono così inumani (e anche poco civili) da non capire che la vergogna non è per le vittime, ma per i preti pedofili.
E l’unica vergogna è vedere ancora tra le loro mani l’ostia consacrata.
Il video della settimana
Povere piccole vittime, loro difendono l’indifendibile mentre c’è chi ormai ha la vita segnata…
le scuse non bastano devono pagare x i loro atti ,in CARCERE tutti,e mai piu’ PRETI…!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!