Un nuovo spot del Telefono Azzurro ha creato polemiche tali da essere stato ritirato, per i suoi contenuti giudicati troppo forti e inappropriati
La campagna #primaibambini
Un recentissimo spot del Telefono Azzurro, realizzato in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia per richiamare l’attenzione proprio sulla loro delicata situazione in questo periodo di pandemia, ha fatto molto discutere.
Le immagini raccontano di un incendio domestico. Un soccorritore trova due bambini in un locale in fiamme e si appresta a salvarli, quando vede un cagnolino e decide di dedicarsi a quest’ultimo, trascurando i piccoli umani.
Immagini molto forti, che hanno creato un polverone online che ha portato rapidamente al ritiro dello spot. Ad essersi infuriate sono soprattutto le associazioni animaliste, che hanno visto il breve filmato come discriminatorio.
Nessuno mette in dubbio che una vita umana sia più importante di quella di un cane, sottolineano gli animalisti, ma si sarebbe potuto scegliere un oggetto inanimato, come un dipinto di valore o un computer. In questo modo la metafora sarebbe stata ugualmente forte senza mettere in mezzo un animale.
Telefono Azzurro risponde alle controversie
Ovviamente i portavoce di Telefono Azzurro hanno commentato tutta la vicenda, specificando che la loro intenzione era sensibilizzare il maggior numero di persone possibili ricorrendo proprio ad immagini di forte impatto.
In effetti la bagarre sollevata online ha attirato notevole attenzione sulla campagna e quindi anche sul suo messaggio. Quest’ultimo, al di là del metodo scelto per veicolarlo, rimane di primaria importanza. Telefono Azzurro voleva infatti sottolineare l’importanza dei bambini e dei ragazzi e dei disagi che sono costretti a vivere in questo periodi di pandemia, che li tocca profondamente e richiede anche a loro notevoli sacrifici, fra la didattica a distanza, l’impossibilità di vedere gli amichetti e di vivere in serenità una ormai lunga porzione della loro infanzia.
La speranza di Telefono Azzurro è che questo dibattito possa portare ad una maggiore sensibilità, sia nelle istituzioni che nella gente comune, verso il tema dell’infanzia
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