Risale al 2007 l’affermazione lapidaria dell’Istituto per l’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) che stabilisce l’affermazione “Studi clinici hanno dimostrato che un’assunzione regolare di PiùLatte può far aumentare la produzione di latte materno sino a +85%”. Ingannevole poiché non esiste alcun prodotto che sia in grado di aumentare la produzione di latte materno di tale percentuale. Infatti, non sarebbe fisiologico, ma se per pura ipotesi fosse possibile, le donne soffrirebbero di gravi ingorghi.
La Milte non ha fatto un passo indietro, bensì è partita al contrattacco diffondendo un comunicato dove informa le madri che a causa di tali provvedimenti non può più aiutare le mamme in difficoltà con i suoi prodotti, come dire, oltre il danno la beffa. Non solo ha preso in giro le mamme facendo credere loro che non sono in grado di produrre il latte necessario al sostentamento del loro bambino, ma rincara la dose instillando ulteriori insicurezze.
A questo segue un’ulteriore provvedimento dell’Antitrust che giudica ancora ingannevoli i messaggi pubblicitari dell’azienda col provvedimento n.18378 asserendo che: “Nei nuovi messaggi, infatti, è tuttora rinvenibile, anche attraverso le nuove espressioni, un’enfasi circa l’utilità generalizzata dell’assunzione dei prodotti BestBreast e PiùLatte, nonché una particolare insidiosità delle modalità definitorie e descrittive utilizzate che contribuiscono ancora una volta a suggestionare le puerpere con riferimento all’affidabilità dei prodotti e l’efficacia degli stessi con conseguente sfruttamento dei naturali sentimenti di protezione delle neo mamme verso i loro bambini.” Stavolta la multa e “solo” di quasi 40 mila euro. Ovviamente la vicenda è lontana da una conclusione perché Milte è nuovamente partita al contrattacco con pubblicità ancora più aggressive.
Ma in tutto questo le donne come devono regolarsi? Sicuramente devono imparare ad ascoltare il loro corpo, il loro bambino e a fidarsi dello splendido “meccanismo” che si chiama maternità.
Se può aiutare, comunque, c’è stata da poco una sentenza dell’EFSA che mostra come gli studi condotti dalla Milte a sostegno dell’efficacia dei suoi prodotti siano viziati da molteplici errori metodologici di varia entità. Un’ulteriore conferma che per produrre latte serve una mamma, un bambino che si attacchi correttamente, tanta pazienza e fiducia nelle proprie possibilità.
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