In Cina è arrivata una nuova proposta di legge relativa ai bambini, stavolta riguarda le punizioni previste per i genitori dei bimbi che non si comportano educatamente e che danneggiano i beni comuni.
La Cina, a suo modo, è sempre attenta ai bambini
Ultimamente il governo cinese attenziona in maniera particolare il mondo dei suoi più giovani abitanti; dopo la recente legge sulla regolamentazione dei videogiochi che tante polemiche ha suscitato in Cina e non solo, adesso sta preparando un altro disegno legislativo rivoluzionario. In caso di cattivi comportamenti da parte dei più piccoli saranno puniti i genitori.
Naturalmente sono previste pene anche per i figli, ma il fatto che i papà e le mamme di rampolli fino a sedici anni possano essere puniti penalmente è davvero una novità epocale. In questo modo le autorità del paese asiatico voglio assicurarsi dei futuri cittadini modello e per farlo non temono le critiche e nemmeno i giudizi negativi. Un modo di governare forse autoritario ma, per certi aspetti, anche condivisibile visti i continui problemi creati alla comunità dalle giovani generazioni.
Comportamenti nocivi dei bambini? Sicuri sia proprio così?
È chiamata – Legge per la promozione dell’istruzione familiare – la nuovissima proposta di legge cinese. A fianco della responsabilità legale dei genitori riguardo la propria prole adesso arriva anche quella penale. Se un ragazzino apporta danno alla collettività, a secondo della gravità del reato, sono previste sanzioni salate e perfino fino a cinque giorni di carcere per i genitori.
Il portavoce della Commissione Affari Legislativi Zang Tiewei ha provato a spiegare le ragioni governative – L’assenza di educazione familiare è la causa maggiore dei ripetuti atteggiamenti scorretti dei nostri adolescenti – ha dichiarato – quindi abbiamo pensato che allargare la sfera di responsabilità dei genitori pure al penale sia un ottimo deterrente.
Quindi per i papà e le mamme è confermato il compito di far giocare e riposare i propri figli, insieme a seguire la loro disciplina e “formazione socialista” indicata dal governo.
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