Dopo mesi di raccolte firme e proteste, nemmeno poi tanto velate, finalmente si è giunti a un dunque per quanto riguarda la discussa trasmissione SOS Tata che vede umiliare e mortificare i bambini in televisione.
L’Associazione Culturale Pediatri, insieme ad altre associazioni, si sono mobilitati scrivendo una lettera al Garante per la protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, Vincenzo Spadafora. L’oggetto è la necessità di tutelare i minori che vengono sbattuti davanti alle telecamere con punizioni esemplari solo in nome degli ascolti.
Al di là delle discussioni varie ed eventuali sulla necessità o meno della presenza di minori in qualsivoglia programma televisivo, in questo caso si parla di vere e proprie violenze psicologiche perpetrate a danno degli involontari protagonisti del reality.
I metodi utilizzati dalle tate sono ormai obsoleti e, in molti casi, ritenuti dannosi secondo i recenti studi. Nella fattispecie si discute su un episodio che ha visto come protagonista un bimbo di un anno messo a dormire nel lettino nella sua cameretta.
Il bimbo, non appena la madre lasciava la stanza iniziava, ovviamente, a piangere per richiederne la presenza. Sotto consiglio della tata, la madre, contro natura e visibilmente provata, resisteva al pianto del piccolo per poi andare a rincuorarlo, ma solo con un ciuccio e alcuni minuti dopo. Non appena veniva offerto il ciuccio il bambino si calmava, ma quando la madre usciva nuovamente dalla stanza il piccolo si rimetteva a gridare disperato.
Quello che ci si chiede è per quale motivo queste tate debbano sdoganare, con un mezzo tanto potente quanto lo è la TV, un metodo barbaro come quello proposto dall’ormai criticatissimo pediatra spagnolo Estivill, autore di Fate la nanna, libro in cui si incita il genitore a trattare il bambino come un piccolo disturbatore da disciplinare con il distacco.
Quello che si vuole ottenere con questa lettera è dunque un riscontro oggettivo da parte del Garante.
Si spera che vengano presi provvedimenti in modo da salvaguardare bambini e famiglie che hanno come unica fonte d’informazione proprio la TV.
Naturalmente la cosa migliore da fare sarebbe informarsi per altri canali, magari leggendo qualche buon libro, se non proprio i risultati delle ultime ricerche mediche che hanno ampiamente condannato il metodo che si basa sull’estinzione graduale del pianto.
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