Vi sarà sicuramente successo: il pediatra non riceve fino a domani mattina e il bambino ha una “cera” così brutta e un aspetto da far paura… in questi casi, dunque, sorge subito spontaneo portare il bambino al pronto soccorso. Eppure, in moltissimi casi, medici e infermieri non riconoscono oggettivamente nelle condizioni generali del bambino una necessità di intervento immediato: non solo avremo perso diverse ore in attesa, ma avremo anche tolto tempo e risorse ad altri piccoli pazienti che avevano effettivamente bisogno di un pronto intervento.
Dunque, la domanda di molti genitori è: ma quando bisogna portare il bambino al pronto soccorso?
Sicuramente quando c’è un trauma cranico e, a maggior ragione, se nell’impatto il bambino ha perso conoscenza oppure vomita in continuazione, se – dopo il trauma – cerca in continuazione di addormentarsi o presenta difficoltà a camminare. Un altro caso che, indubbiamente, richiede un pronto intervento è l’ingestione di sostanze tossiche: in questo caso bisogna “volare” quanto prima all’ospedale e non dimenticare di portare con se’ il flacone che conteneva il liquido ingoiato.
Più complesso è decidere se portare il bambino al pronto soccorso quando ha la febbre: sicuramente non ci sono dubbi se questa porta con se’ crisi epilettiche e/o se è alta e persistente.
Nessuna questione nemmeno in presenza di vomito e diarrea che abbiano colorazioni strane (tipo color caffè o verde), o con tracce di sangue o se si accompagnano ai sintomi di disidratazione (poca pipì, difficoltà a bere, pelle secca…).
Le punture di insetto, invece, richiedono l’intervento medico se portano orticaria diffusa, pallore, perdita di conoscenza e, in generale, malessere diffuso.
Anche il dolore addominale dovrebbe essere analizzato immediatamente da un dottore se si manifesta nella zona bassa e destra del ventre e se si accompagna a febbre e a vomito. Infine, l’inalazione di un corpo estraneo impone una corsa al pronto soccorso senza alcun dubbio, così come la difficoltà respiratoria.
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