Non esiste una legge universale per stabilire l’inizio dello svezzamento: ogni bimbo ha i propri tempi e sarà proprio lui ad inviarci dei segnali precisi e riconoscibili per comunicarci che è arrivato il momento di cambiare la sua alimentazione.
Svezzamento: cos’è
Per svezzamento si intende la fase di transizione in cui il bambino passa da un’alimentazione esclusivamente a base di latte materno (o artificiale) ad un regime alimentare più variegato ed eterogeneo, costituito in un primo momento da cibi semisolidi e, successivamente, solidi. Il passaggio da una dieta lattea ad una di tipo misto deve essere assolutamente graduale, al fine di dare modo al bambino di abituarsi al nuovo cibo e alle posate.
Si tratta, dunque, di un periodo molto delicato non solo per l’evoluzione nutrizionale del piccolo, ma anche per il suo sviluppo psichico ed emotivo, in quanto lo svezzamento rappresenta la fine della poppata, che garantiva un legame intenso con la propria madre.
Svezzamento: il momento più adatto
In linea generale va detto che lo svezzamento avviene intorno ai 6 mesi di vita del bambino. Questo arco di tempo costituisce un riferimento essenziale per le mamme, le quali dovrebbero evitare sia di anticipare che di posticipare lo svezzamento. Quando il bambino sentirà l’esigenza di cambiare la propria dieta, con buone probabilità dopo la poppata vi mostrerà di essere ancora affamato e apparirà particolarmente eccitato alla vista di cibi differenti.
Lo svezzamento non significa solo cambiare ciò che si mangia, ma anche il modo in cui si mangia. Passare dal nutrirsi esclusivamente al seno o con il biberon a consumare cibi solidi richiede che il bambino abbia raggiunto un certo grado di sviluppo cognitivo e psicomotorio.
Per capire se un bambino è pronto per lo svezzamento, è importante osservare alcuni segnali specifici:
- Seduta stabile: Il bambino è in grado di sedersi in modo autonomo con il capo eretto, una postura fondamentale per la sicurezza durante l’ingestione di cibi solidi.
- Coordinazione mano-occhio: Mostra la capacità di afferrare e manipolare oggetti con entrambe le mani, indicando una buona coordinazione tra vista e movimento.
- Perdita del riflesso di estrusione: Ha superato il riflesso che spinge la lingua verso l’esterno per qualsiasi cosa che non sia liquida, permettendo di inghiottire i cibi solidi.
- Capacità di portare cibo alla bocca: È in grado di portare oggetti alla bocca per mangiarli e inghiottirli, non solo per esplorarli.
- Interesse verso il cibo: Mostra curiosità e interesse per gli alimenti presenti sulla tavola e per il cibo che mangiano i genitori e i fratellini, segnalando la sua prontezza a sperimentare nuovi sapori e consistenze.
Qualora questi segnali vi convinceranno che è arrivato il momento di svezzare il piccolo, ricordate che è importante non forzare il bambino ad essere nutrito quando dimostra insofferenza. Qualora la pappa che ha mangiato vi appaia insufficiente a soddisfare il suo fabbisogno giornaliero, integratela con il latte.
Ricordiamo che l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) suggerisce l’allattamento al seno fino ai sei mesi di vita, al fine di preservare l’apparato gastrointestinale da eventuali infezioni.
Svezzamento precoce: quando è necessario?
In alcuni casi, può essere necessario uno svezzamento precoce per motivi medici o specifiche esigenze nutrizionali del bambino. Ad esempio, alcuni bambini con particolari condizioni di salute o problemi di crescita potrebbero beneficiare di un’introduzione anticipata dei cibi solidi, sotto la stretta supervisione di un pediatra. In queste situazioni, il medico può raccomandare l’inizio dello svezzamento prima dei sei mesi per garantire che il bambino riceva i nutrienti essenziali necessari per il suo sviluppo.
Tuttavia, è importante sottolineare che lo svezzamento precoce comporta anche dei rischi significativi se non è strettamente necessario. Introdurre cibi solidi troppo presto può interferire con l’allattamento al seno o con l’uso del latte formulato, che dovrebbe rimanere l’alimento principale fino almeno ai sei mesi di età. Inoltre, lo svezzamento precoce può aumentare il rischio di soffocamento, poiché il bambino potrebbe non essere ancora in grado di gestire correttamente la deglutizione dei cibi solidi.
Altri rischi includono un maggior rischio di sviluppare allergie alimentari e problemi digestivi, poiché il sistema gastrointestinale del bambino potrebbe non essere completamente maturo per gestire i cibi solidi. È anche possibile che il bambino non abbia ancora sviluppato le capacità motorie necessarie per mangiare in modo sicuro e efficace.
Per questi motivi, è essenziale consultare sempre un pediatra prima di prendere decisioni riguardanti lo svezzamento precoce. Il medico potrà valutare le esigenze specifiche del bambino e fornire le migliori raccomandazioni per garantire una transizione sicura e salutare ai cibi solidi.
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