Pasqua si avvicina e oltre a preparare i dolci tipici e a organizzare cacce al tesoro per i più piccoli, correremo tutti a comprare le buonissime uova di cioccolato.
Tra le scelte che dovremmo fare, come il formato (piccolo, medio o grande) e gli ingredienti (al latte o fondente) non dovremmo invece preoccuparci troppo della sorpresa contenuta.
Se abbiamo una femmina, il rosa sulla confezione ci indicherà che quello è l’uovo di Pasqua adatto a lei. All’interno troverà una sorpresa di suo gusto a scelta tra principesse, trucchi o collanine per essere ancora più bella.
Per il maschio, invece, la confezione è azzurra. Nell’uovo ci sono supereroi, trottole o macchinine, tutti regalini pensati per sfogare la sua energia.
Una demarcazione tra i generi che non lascia aperta alcun tipo di continuità.
Maschi e femmine hanno davvero interessi diversi?
La maggior parte di noi, senza alcuno studio scientifico alla mano, risponderebbe senza pensarci troppo di sì. Questo pregiudizio nasce dagli stereotipi di genere che sono un insieme di credenze, valori e luoghi comuni, trasmessi socialmente, su come le persone si dovrebbero comportare nella società.
Questo tipo di conoscenza, a differenza di quanto crediamo, non è frutto di evidenze scientifiche ma si basa su opinioni e semplificazioni della realtà che usiamo per comprendere ciò che vediamo. Come umani, infatti, abbiamo un disperato bisogno di certezze e gli stereotipi assolvono perfettamente questa funzione.
Cosa accade però ogni volta che facciamo ricorso a uno stereotipo senza accorgercene? Prendiamo una scorciatoia.
Nel caso dei giochi per bambini e bambine, per esempio, non ci fermiamo più a riflettere su quali siano i reali gusti del bambino o della bambina ma diamo per scontato che siano allineati a quelli di genere e spesso, in effetti, lo sono.
Come mai accade? Perché la socializzazione al genere inizia ancor prima della nascita quando dipingiamo di azzurro o di rosa la cameretta. Continua poi grazie a lodi, silenzi e giudizi negativi mentre bambine e bambini crescono così da guidare il loro comportamento e i loro gusti. Ecco perché anche tanti prodotti che nascono come neutri vengono genderizzati e cioè caratterizzati in modo che sia immediatamente riconoscibile il genere di riferimento.
La genderizzazione dei prodotti comuni
Le uova di cioccolato sono un chiaro esempio di genderizzazione.
Invece di aumentare le scelte rispetto all’uovo di Pasqua classico stiamo in realtà limitando le alternative a due, delineando i gusti (alle femmine piacciono le principesse, ai maschi le macchinine) e veicolando modelli di comportamento e aree di interesse (alle femmine interessa la cura di sé e l’aspetto fisico, ai maschi il movimento e l’azione).
Il genere, inoltre, ha un forte carattere normativo: se è rosa e tu sei stata assegnata femmina alla nascita quelle cose ti devono piacere. Se non ti piacciono sei strana o sei un maschiaccio e vieni emarginata.
Rispetto ai maschi, le femmine hanno qualche “libertà” in più. Se a loro qualche eccezione è concessa, è ancora molto raro vedere un bambino che culla un bambolotto o che si trucca.
Come scegliere l’uovo di Pasqua di quest’anno? Fondente o al latte, grande o piccolo e con la sorpresa che più vi piace.
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