Quando mio figlio ride, tutto torna a posto. Sarebbe bellissimo se potesse farlo per sempre. Sarebbe bellissimo se la sua risata fragorosa, che parte dalla pancia e scoppia all’improvviso colorando l’aria non cessasse mai di essere così chiassosa.
Gli dico: “Basta cantare, stai un minuto zitto” e lui mi risponde che canta perché è felice.
E allora, mi sento piccola, piccola perché come dice una mia cara amica la felicità non va interrotta e quindi canta figlio mio, canta e ridi di gusto, facendo più rumore che puoi.
Non c’è niente che mi riporta alla realtà, ridimensionando gli accidenti, come una risata di mio figlio: mi ricorda che la contentezza è una cosa semplice, se si impara a trovarla anche nelle pieghe delle fatiche.
Mi ricorda che se si ride o meno la fatica resta la stessa, quindi tanto vale farlo pensando che se ci si diverte, se si riesce a prestare attenzione al bello che c’è anche nel brutto, la fatica e la preoccupazione passano in secondo piano.
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