In questi ultimi anni, abbiamo tutti assistito ad una sequenza di atti di bullismo, molestie, vandalismo e incidenti anche mortali causati da minorenni. Una domanda sorge sempre spontanea: ma i genitori?
Ecco, in quanto responsabili dei loro figli, i genitori sono spesso chiamati a rispondere degli atti illeciti commessi dai figli. Non sempre però. Vediamo in quali casi i genitori sono ritenuti responsabili, e quindi chiamati al risarcimento, per gli atti dei figli e in quali non lo sono.
Minorenne: chi è chiamato a rispondere ai danni da lui causati?
Spesso ci si chiede cosa possa succedere a un bambino se questo rompe un oggetto altrui o fa del male ad un suo coetaneo. Chi paga le conseguenze di questi gesti?
La legge 2048 del Codice Civile, a riguardo, è piuttosto chiara e dispone che debbano essere i genitori, i tutori o chi fa le veci del minore a rispondere di eventuali danni da lui causati.
Sarà, dunque, dovere dei genitori mettere mano al portafogli e ripagare il danno nel caso in cui, ad esempio, il minore dovesse rompere la finestra del vicino mentre gioca con il pallone.
La frase ”ad ogni reazione corrisponde una conseguenza”, dunque, sembra non valere, almeno per la legge, per chi non ha ancora compiuto la maggiore età.
Ma vediamo insieme, attraverso questa breve guida, il perché debbano essere proprio i genitori a dover pagare le conseguenze dei gesti compiuti dai figli e se questo avviene sempre o ci sono delle eccezioni.
Danni causati da minorenne: perché vengono addebitati ai genitori
Quando si decide di mettere al mondo un figlio, lo si fa con la consapevolezza che ciò comporta delle responsabilità.
Per legge, ogni genitore ha il compito di educare i propri figli e, seppur mai con violenza, esercitare nei loro confronti azioni repressive, di controllo per evitare che mettano in atto comportamenti lesivi per se stessi e per gli altri.
I genitori sono responsabili della condotta dei figli solo ed esclusivamente, però, se questi ultimi vivono insieme a loro. In alcuni casi, infatti, la mamma e il papà vengono esonerati dal rispondere di eventuali danni causati dal minore. Vediamo insieme quali.
Quando i genitori non devono pagare i danni dei figli.
Stando a quanto previsto dalla legge, non sempre sono i genitori a dover pagare le conseguenze delle azioni dei figli.
Essi non sono responsabili se:
– non vivono più con loro;
– si tratta sì di un minore, ma questo ha raggiunto l’emancipazione mediante il matrimonio;
– l’evento è stato provocato da un fatto che i genitori non potevano in alcun modo impedire;
– il fatto è avvenuto mentre il minore era a scuola o comunque sotto la tutela di terzi (es. gita scolastica)
In quest’ultimo caso, nello specifico, non è il genitore ad essere responsabile della condotta del minore, ma l’insegnante o la persona che lo stava sorvegliando.
Se dovesse succedere, ad esempio, che durante la ricreazione un ragazzino, litigando con un suo compagno di classe, finisca per provocargli delle lesioni, sarà la scuola e l’insegnante che li aveva in custodia, a dover risarcire la famiglia del minore vittima del danno.
Vi è anche un altro modo attraverso il quale i genitori possono ”liberarsi” dall’obbligo di pagare per i danni commessi dai figli: dimostrando di non avere colpa.
È necessario, in questo caso, dover palesare al giudice di aver dato al minore un’educazione adeguata e di non essere, di conseguenza, in alcun modo responsabile dell’accaduto.
Se invece i minori hanno commesso atti illeciti solo sotto il profilo del codice civile (firmare contratti, fare debiti ecc) i genitori dovranno attivarsi entro cinque anni per ottenere l’annullamento di ogni accordo.
Cosa succede in caso di genitori separati
Nel caso in cui, invece, ad aver causato un danno è un minore figlio di genitori separati, la legge stabilisce che sia proprio il genitore con il quale convive a dover rispondere del suo comportamento.
Viene escluso da ogni responsabilità, invece, l’altro genitore ovvero colui che non coabita con il minore.
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