Quante volte avrei dovuto dire di no a mio figlio e invece non l’ho fatto.
Quante volte avrei dovuto dire di no a mio figlio e invece ero troppo stanca per tenergli testa e, desiderando solo un po’ di silenzio e tranquillità, ho accontentato i suoi desideri.
Quante volte ho ceduto alle sue richieste perché rifiutarle avrebbe significato vederlo piangere e sentirlo gridare. Quante volte il sonno, i problemi al lavoro e in famiglia, la pigrizia hanno trasformato quelli che sarebbero dovuti essere no secchi, in mosci sì.
La verità è che i no sono faticosi, pretendono tempo da dedicare alle spiegazioni e soprattutto alternative che ne spieghino il significato perché, affinché funzionino, i no vanno raccontati.
Non si può chiedere di smettere di giocare a pallone in casa senza un perché. Di correre e urlare solo perché le urla sono fastidiose. Di spegnere la tv e i videogame perché così è decisa.
La cosa più difficile dei no è convincere i nostri figli che quella risposta, è una risposta sensata e che se proibiamo loro di fare una cosa è perché c’è una motivazione valida dietro.
Ma le spiegazioni sono stancanti.
Richiedono tempo e pazienza e non sempre, anzi quasi mai, sono la via più facile per una madre. Però i no, e le loro spiegazioni che altro non sono che piccole cure ai nostri figli, sono la dimostrazione del nostro amore verso di loro.
Per questo so che tante volte avrei dovuto dire di no a mio figlio e, non facendolo, ho sbagliato.
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