Mi diverto a leggere i tanti articoli sul tempo di qualità in contrapposizione alla quantità. Portano tutti alla stessa conclusione. Nella versione per i papà: meglio stare a giocare mezz’ora con tuo figlio che tornare a casa per passare due ore sdraiato sul divano a guardare tutti i possibili programmi sportivi che passano alla televisione. Nella versione per le mamme: meglio passare mezz’ora con tuo figlio a dipingere con gli acquarelli ascoltando musica classica in sottofondo che averlo tra i piedi tutto il pomeriggio mentre tu cerchi di fare due lavatrici, stendere i panni sfruttando le poche ore di sole invernali, stirare gli arretrati per riempire i cassetti ormai vuoti e cucinare un pasto decente.
Diciamoci la verità, almeno tra di noi, questi studi portano a risultati abbastanza scontati, e spiazzanti per la loro ingenuità, ma i genitori ci si aggrappano con le unghie e con i denti per tenere buona la loro coscienza, per riuscire a tirare un po’ il fiato nelle giornate vissute sempre più di corsa.
Ma non è così.
Sappiamo tutti, anche se non vogliamo ammetterlo apertamente, che nei rapporti umani, tra le persone in generale ma soprattutto con i nostri figli, la qualità richiede la quantità. Non si può arrivare ad un certo livello di qualità senza aver raggiunto un buon grado di quantità.
Non è come dire che bisogna ascoltare musica di qualità o guardare programmi di qualità. Le persone non sono congegni che si possono accendere quando siamo al nostro meglio.
Non funziona così. Non possiamo aspettare di essere tranquilli, sereni, belli e profumati. Il nostro rapporto con i figli si costruisce, al contrario, proprio su quello che succede in tutto il resto del tempo che passa tra quei brevi momenti che noi riteniamo di qualità.
Quindi?
I nostri figli si svegliano la mattina alle sette e, se va bene, li rivediamo verso le cinque del pomeriggio. Le sere d’inverno alle nove e trenta crollano di sonno. E dovremmo considerarci anche il corso di ginnastica, la doccia e la cena.
Dobbiamo cercare di rosicchiare quanto più tempo da tutte le occasioni che si presentano per stare con i nostri figli. Anche se siamo di fretta, se siamo stanchi e nervosi, spettinati e sudati per aver corso a riprendere l’auto dal parcheggio. Mi spiace andare contro le blasonate Università, ma dobbiamo puntare sulla quantità. Perché è solo nella quantità che possiamo sperare di trovare la qualità. Altrimenti, sarebbe come pretendere di trovare una pepita d’oro prendendo un granello di sabbia alla volta anziché cercarla in un setaccio pieno di terra.
Chi ha figli se ne rende conto tutti i giorni, può essere più divertente, illuminante, confidenziale il percorso in auto tra la casa e la palestra, o farsi aiutare a stendere i panni ad asciugare, di una domenica in visita all’acquario mangiando il gelato.
Il video della settimana
Morbidezza Vera Lettera di Manuela,
Caro Babbo Natale, sono Manuela e ho 6 anni. Vivo a Novi di Modena con mia Mamma e mio Papà. Quest’anno sono stata molto brava sia a casa che a scuola. Sono molto coraggiosa: una volta sono andata sotto acqua in piscina e non ho avuto paura e non ho pianto. Per Natale vorrei, Caro Babbo Natale, l’orsacchiotto grande grande che mi protegga ogni giorno stara’ accanto a me. Ti prometto che anche l’anno prossimo farò la brava con i miei genitori, nonni, zii e amici. Ti aspetto il 24 sera. Ti preparerò dei biscotti e del latte e per le tue renne del buon fieno. Un bacio, Manuela.
Sì, certo. Solo che se devi lavorare, alle 7 hai già un piede sulla porta di casa e alle 5 se ti va bene stai solo pensando di rientrare. Non credo sia giusto considerare chi ha come alternativa lo sport sul divano o la lavatrice (sorvolando sulle diverse alternative tra uomini e donne)… Temo che per la maggior parte delle persone, la quantità di tempo sia legata al lavoro, senza il quale non si mangia quindi… 😢
Angela Crocetta